India: alle persecuzioni nell'Orissa i cristiani rispondono con il "perdono e l'amore
ai nemici"
I cristiani perseguitati dell’Orissa vogliono “perdonare i persecutori e amare i nemici”,
come esorta il Vangelo di Cristo: è quanto è emerso da un incontro tenutosi nei giorni
scorsi presso la casa per lebbrosi delle “Missionarie della Carità” a Jalna, vicino
a Bhubaneshwar, capoluogo dell’Orissa. All’incontro organizzato dal “Global Council
of Indian Christians” (Gcic), organizzazione impegnata nella tutela dei cristiani,
hanno partecipato circa 100 persone, fra le quali vedove e bambini, provenienti dal
distretto di Kandhamal, epicentro dei massacri anticristiani registrati in Orissa
nel 2008, che hanno fatto oltre 100 morti e 56mila sfollati. L’incontro ha visto succedersi
momenti di riflessione, preghiera, condivisione. Sajan K George, laico cristiano presidente
del Gcic, ha invitato i partecipanti “a perdonare e amare secondo l’insegnamento di
Gesù, quanti hanno fatto del male”. Nell’incontro le vedove, che hanno perso i loro
mariti durante la violenza in Kandhamal, hanno raccontato la loro vita difficile,
di fronte alla persecuzione e alla discriminazione. “Tutti i partecipanti alla riunione,
nonostante la sofferenze e le difficoltà, hanno deliberato di aderire al comandamento
del perdono”, ha detto all'agenzia Fides padre Manoj Bagsingh, un parroco di Salimagochha,
che oggi ha la cura pastorale di numerose vittime della persecuzione. “Tale scelta
– ha spiegato – è frutto della consapevolezza che Dio non abbandona il suo popolo”.
Le persone presenti, inoltre, pur in condizioni di povertà, hanno rimarcato il loro
impegno ad aiutare chi ha bisogno: questo è un grande dono, ha detto suor Suma, Superiora
regionale delle Missionarie della Carità in Orissa, che ha collaborato ad organizzare
l’incontro. Gli istituti religiosi e le organizzazioni cristiane dell’Orissa assicurano
assistenza, sostegno e istruzione gratuita a oltre 150 bambini orfani del distretto
di Kandhamal. (R.P.)