Incontro di Benedetto XVI con il Sermig. Il fondatore Olivero: il Papa conta sui
giovani per la pace
Ieri mattina, dopo l’Angelus, Benedetto XVI ha ricevuto in Vaticano una delegazione
del Sermig, l'Arsenale dei giovani per la pace, guidata dal suo fondatore Ernesto
Olivero e dal sindaco di Torino, Piero Fassino. Nel corso dell’incontro, è stato consegnato
al Pontefice il premio “Artigiano della Pace”. La delegazione del Sermig era composta
da un gruppo di giovani torinesi insieme a giordani, brasiliani e tedeschi. Ernesto
Olivero ha portato al Papa il saluto dell’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia.
Sabato scorso, era stato annullato - a causa del maltempo - il IV appuntamento mondiale
Giovani della Pace che si sarebbe dovuto tenere in Aula Paolo VI con circa 7mila giovani.
Sull’incontro di ieri con il Papa, Alessandro Gisotti ha raccolto la testimonianza
di Ernesto Olivero:
R. – Il Santo
Padre si è rammaricato di non poter ricevere i sette, ottomila giovani previsti ma
è stato felice di salutare alcune di queste persone. Quindi, ci ha fatto entrare in
un’emozione particolare! Aveva partecipato al disagio che noi avevamo avuto. Ho voluto
subito donare, insieme ai ragazzi, il Premio “Artigiano della pace”, con una dedica
che dice questo: “A Benedetto XVI, una voce che porta verso la verità, sorella della
pace”. E lui è stato veramente felice ed imbarazzato di ricevere un premio. L’ultimo
premiato, assieme al Papa, è stato Giorgio Napolitano, che ha avuto il piacere di
darmi una piccola dedica per il Papa; un omaggio affettuoso da parte del presidente
della Repubblica. Ho quindi presentato ad uno ad uno i ragazzi e lui ha parlato con
ognuno di loro. Il Papa è stato contento quando ha saputo che anche dalla Germania
qualcuno aiuta l’Arsenale della pace.
D. – Il messaggio del Papa per la Giornata
mondiale della pace di quest’anno è proprio dedicato ai giovani, all’educazione alla
pace...
R. – Lui ha visto che eravamo esattamente sulla sua linea, sui suoi
insegnamenti. Partiremo dunque nuovamente dall’insegnamento che ci ha dato e dalla
grande fiducia che ha nei giovani.
D. – Questo incontro chiaramente dà nuovo
coraggio...
R. – I progetti del Sermig ormai sono in 140 nazioni del mondo.
Si è soffermato per esempio sul lavoro che stiamo facendo in Giordania. Ha parlato
con la responsabile, Arianna Casagrande, una monaca. Noi lo abbiamo chiamato “Arsenale
dell’incontro”, perché vorremmo aprire un nuovo futuro basato non sulle parole, ma
sulle sofferenze. Si chiama “Arsenale dell’incontro” perché vogliamo incontrarci attraverso
i bambini disabili – musulmani, cristiani – affinché la sofferenza ci faccia avere
uno sguardo diverso. Questa è la nostra intuizione. (ap)
E per i ragazzi che
hanno incontrato il Papa è stato un davvero un momento di grande emozione. Alessandro
Gisotti ha raccolto la testimonianza di Luca, giovane volontario del Sermig:
R. - L’emozione
è stata grandissima perché non sapevo neanche come prepararmi! È stato lui poi che
ci ha messo a nostro agio, perché è stato proprio dolce, quasi un nonno con noi ragazzi!
Ecco è stata proprio una cosa bella. Ci ha preso per mano.
D. - Il Papa conta
molto sui giovani per la pace..
R. – Sì, lui questo ce lo ha detto e ha poi
rivolto ad ognuno una parola buona, un incoraggiamento. Noi rappresentavamo tanti
altri giovani che lavorano all’Arsenale della pace, e l’aver detto un “sì” davanti
al Papa, è un impegno da onorare ancora di più.
D. - Con quali speranze, e
anche con quale nuovo slancio, si parte ora nell’attività quotidiana per la pace?
R.
- Parlando anche con Ernesto Olivero, prima di andare dal Papa, ci diceva che noi
andavamo da lui per raccontargli anche quello che l’Arsenale sta facendo tutti i giorni,
e anche un po’ per rincuorarlo, per dirgli che i giovani lo ascoltano, che i giovani
ci tengono ancora a vivere con dei valori alti e a lottare per delle cose buone. Siamo
andati a dire che l’Arsenale della Pace si offrirà sempre come casa per i giovani
che vogliono puntare in alto nella loro vita. (bi)