Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
Nella quinta Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il passo del Vangelo
in cui Gesù, dopo aver guarito la suocera di Pietro e molti altri malati e indemoniati,
si ritira in un luogo deserto per pregare. Ma Pietro e altri discepoli lo raggiungono,
dicendogli: “Tutti ti cercano!”. Gesù risponde:
“Andiamocene altrove, nei
villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”.
Su
questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin,
docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Una giornata
intensa, fatta di predicazione in mattinata e poi di vicinanza e dedizione ai malati,
prima in casa di Pietro dove la suocera giaceva con la febbre e a sera inoltrata alla
porta della città. Marco non ha molto interesse a dirci cosa diceva Gesù, ma ama zoomare
sulla sua attività di guarigione e di liberazione. Da qui un entusiasmo popolare,
che mostra il bisogno inquieto di tanti per una vita meno tribolata, per una speranza
e dignità che avverse circostanze hanno negato. Col rischio di fare di Gesù un santone
e guaritore, distributore di benefici. Per questo si ritira in solitudine di mattina
presto: per recuperare sempre di nuovo il dialogo col Padre, e sottrarsi all’entusiasmo
equivoco. Non sanno sottrarsi al rischio i discepoli, che lo cercano con urgenza e
lo invitano a tener conto dell’entusiasmo popolare: “Tutti ti cercano!”. A questi
pescatori sta a cuore conservare questa corrente calda e felice del popolo guarito,
e godere con Gesù della fama che sta diffondendosi.