India: domenica di preghiera e digiuno per fermare la guerra nel Nagaland, nel nordest
del Paese
Preghiera e digiuno per la pace: è l’iniziativa delle Chiese cristiane nel Nagaland,
Stato dell’India nordorientale, dove imperversa una guerriglia che, in 30 anni, ha
fatto oltre 20mila morti. Domenica prossima, 5 febbraio, come stabilito dal Consiglio
delle Chiese del Nagaland, i credenti osserveranno un giorno speciale di digiuno e
di preghiera per “pentirsi, espiare i propri peccati, chiedere a Dio il dono della
pace”. In uno Stato che è a maggioranza cristiana, le Chiese invitano tutti i militanti
e tutti i gruppi guerriglieri a deporre le armi e a unirsi alla preghiera “affinché
Dio possa ascoltare, perdonare e guarire la nostra terra”, recita un appello inviato
all’agenzia Fides. La nota - ripresa dall'agenzia Fides - chiede un cessate-il-fuoco
ai combattenti e alle truppe governative, invocando una soluzione politica alle diverse
questioni che toccano il popolo Naga. L’appello giunge una settimana dopo il fallimento
dei colloqui di pace fra esponenti del governo e movimenti ribelli i quali, a loro
volta, sono divisi e impegnati in una lotta fratricida. Il Nagaland è uno dei sette
stati del Nordest dell'India, area del Paese molto instabile, attraversata da numerosi
conflitti. Il termine “Naga” indica l’insieme delle tribù tibeto-birmane che abitano
la regione. La ribellione armata nello Stato dura dal 1980: i ribelli accusano il
governo indiano di sfruttare le risorse locali (minerali, tè, legname e petrolio)
senza dare nulla in cambio alla popolazione e combattono per l’indipendenza dall’India.
(R.P.)