2012-02-02 14:36:34

Usa, identificata proteina responsabile dell'Alzheimer: "Entro tre anni la sperimentazione umana"


Uno studio dell’Università statunitense di Philadelphia avrebbe individuato la proteina alla base del processo che provoca l’Alzheimer. Il direttore della ricerca annuncia che entro tre anni si potrebbe avviare la sperimentazione umana, che se così fosse darebbe nuove speranze agli ammalati, stimati nel mondo in circa 36 milioni. Il servizio di Massimo Pittarello:RealAudioMP3

Uno studio dell’Università Temple di Philadelphia avrebbe individuato la proteina alla base del processo che provoca l’Alzheimer. Per questa terribile patologia sono numerose le informazioni e gli annunci. Allora abbiamo chiesto a Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia, se l’eccesso di informazioni può essere anche negativo:

R. - Sì, dal punto di vista familiare è una gran confusione. Bisognerebbe, quando si parla di questi studi, queste ricerche, puntualizzare che occorrono ancora anni prima che il farmaco sia pronto.

Al dott. Domenico Praticò, l’italoamericano che ha guidato il team di ricerca di Philadelphia, e gli abbiamo chiesto se la sua scoperta sia davvero un passo determinante nella cura dell’Alzheimer:

R. - La nostra scoperta, di questa proteina, ha già aperto in maniera molto sperimentale la possibilità di avere dei farmaci. Quindi, se una molecola, una droga, un farmaco riescono a controllare questa proteina, è naturale che si possa mettere tranquillo il neurone, riducendogli i livelli delle fibrille intracellulari. Con questa droga la memoria viene protetta.

D. – Quando pensa di poter avviare la sperimentazione sull’uomo?

R. – Direi che nell’arco di due, tre anni si possa passare all’uomo. E’ un approccio che andrebbe ad interferire con una proteina chiave che, finalmente, abbiamo identificato.

D. – Troppo spesso escono fuori delle notizie sulla possibilità di trovare nuove cure. Come si distingue quella valida da quella non valida e come si distingue la sua ricerca?

R. – Non è che abbiamo trovato una cura: noi abbiamo identificato un meccanismo. Questo meccanismo, probabilmente, potrà darci un approccio terapeutico diverso, che può diventare cura. Siamo molto cauti, anche se siamo ottimisti. Per ora, i dati che vengono dagli animali sono veramente entusiasmanti, perché nessuno aveva capito come funzionava. Molti laboratori stavano dedicandosi a questa stessa proteina, ma noi siamo stati i primi a riuscire a delineare tutto.

Per avere una conferma, ci siamo rivolti al Santa Lucia, ospedale di altissimo profilo sotto il piano della ricerca, e abbiamo chiesto a uno psichiatra, il dott. Gianfranco Spalletta, se sia praticabile e credibile l’ipotesi di una sperimentazione di un vaccino contro l’Alzheimer sull’uomo entro due anni:

R. – Penso che sia credibile. E’ un dato interessante, molto interessante e molto innovativo. Penso che sia credibile.

D. – E’ stato un passo determinante nella ricerca della cura per l’Alzheimer?

R. – Non sono sicuro che sia un passo determinante, però lo potrebbe essere. In quel caso, potremo dare una patente di serietà, sicuramente. (ap)







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