Somalia. Mons. Bertin: la comunità internazionale intervenga per ripristinare un “governo
operativo”
La comunità internazionale deve contribuire a ripristinare al più presto un “governo
operativo” in Somalia che dopo 21 anni di anarchia è oggi “uno Stato fallito, un buco
nero”. È il nuovo appello lanciato, in un’intervista all’agenza Cns, da mons. Giorgio
Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico a Mogadiscio, in visita nei
giorni scorsi a New York su invito della Caritas Internationalis per incontrare esponenti
dell’Onu. Secondo il vescovo cappuccino italiano, in carica come amministratore apostolico
della capitale somala dal 1989, dopo l’assassinio del vescovo Pietro Salvatore Colombo,
è necessario incoraggiare i leader del mondo a cercare attentamente una leadership
somala responsabile in grado di governare il Paese. Una leadership capace di “rappresentare
veramente il popolo somalo” diventato ostaggio dei signori della guerra e che risponda
alla comunità internazionale del suo operato. Mons. Bertin ha osservato che questo
aiuterà anche a risolvere l’emergenza pirateria al largo delle coste somale, un problema
che non può essere affrontato solo con operazioni militari di polizia marittima, ma
richiede anche un approccio politico e umano: “La soluzione non è semplicemente sul
mare, ma viene dalla terra”. Nell’intervista il presule ha anche parlato del ruolo
svolto dalla Chiesa a sostegno della martoriata popolazione somala. Una solidarietà
– ha ricordato – fatta non solo di aiuti materiali, ma anche di persone che hanno
anche perso la vita in Somalia. In tutti questi anni di vuoto di potere, ha aggiunto,
la Chiesa è sempre stata presente anche attraverso finanziamenti ad organizzazioni
musulmane, ritenendo che fosse il modo migliore per aiutare il popolo somalo. La situazione
nel Paese continua ad essere drammatica. Secondo l’ultimo rapporto della Caritas Somalia
sarebbero un milione 356 mila gli sfollati interni, mentre a causa delle restrizioni
all’accesso alle agenzie umanitarie è forte la preoccupazione che alcune aree del
Paese possano trovarsi di nuovo in condizioni di carestia, nonostante una buona stagione
delle piogge. (L.Z.)