Tragico aumento degli episodi di pirateria stradale. In un anno cresciuti del 45%
In Italia, nel 2011, sono stati 852 gli episodi di pirateria della strada: 127 le
persone rimaste uccise, 995 i feriti gravi. Tra le vittime la maggior parte erano
pedoni o ciclisti, quattro i minori. Le cifre fornite oggi dall’osservatorio dell’Associazione
sostenitori e amici della Polizia stradale (Asaps) evidenziano un fenomeno in aumento
del 45% rispetto al 2010. L’Asaps, assieme ad altre associazioni di riferimento per
la sicurezza stradale e l’assistenza alle vittime, ha anche presentato un progetto
di consulenza contro la pirateria, che mira soprattutto ad aiutare i cittadini a contrastarla,
attraverso la distribuzione di materiale informativo, l'istituzione di un punto di
contatto, l'assistenza alle vittime e un riconoscimento pubblico per chi contribuirà
in modo determinante all'identificazione dei pirati della strada. Francesca Sabatinelli
ha intervistato Giordano Biserni, presidente di Asaps:
R. – È una situazione
che non è sotto controllo perché, rispetto a quelli noti, ci sono ulteriori elementi
che inducono a fuggire dopo un incidente. Sappiamo che il pirata della strada è solitamente
un giovane di sesso maschile, di età compresa prevalentemente tra i 18 e i 45 anni.
L’indicazione che emerge è che spesso si tratta di una persona che ha una particolare
confidenza con l’abuso di alcolici e droga: nel 35% dei casi di pirateria mortale,
il pirata è risultato positivo al test. Si tratta di soggetti che facilmente si danno
alla fuga per risparmiare i punti della patente, o perché hanno paura del ritiro della
stessa. C’è poi un fattore nuovo che emerge in maniera sensibile, anche se non facilmente
documentabile: l'assenza di copertura assicurativa. In molti fuggono perché non più
coperti da assicurazione o perché in possesso di un’assicurazione falsa. Questo è
un fattore che purtroppo induce alla fuga molti soggetti che, in caso di incidente,
preferiscono tentare di sottrarsi alle responsabilità. Voglio però ricordare che il
73% dei pirati della strada poi viene scoperto.
D. - L’alta percentuale di
successo a cosa è dovuta?
R. - Ovviamente, all’affinamento investigativo delle
forze di Polizia locale dello Stato. Però, sicuramente, aiutano molto i sistemi di
telecamere posizionati, in particolare nelle città, anche nelle ore notturne, che
consentono di rivisitare i passaggi delle vetture nella zona incriminata negli attimi
immediatamente precedenti all’impatto. Noi abbiamo voluto fare qualcosa di più. Di
fronte a questi dati così preoccupanti, assieme all’Associazione familiare vittime
della strada e alle associazioni che hanno dato vita con noi all’iniziativa per raccogliere
le firme sull’omicidio stradale, abbiamo voluto creare questa consulenza contro la
pirateria stradale, che vuole essere una spinta ulteriore nella direzione verso il
contrasto del fenomeno.
D. – Dai vostri dati emerge chiaro che chi ha la peggio
sono i più deboli: tra i 127 morti denunciati nel 2011 c’è un alto numero di pedoni,
e ci sono anche diversi ciclisti...
R. - È ovvio che le "prede" preferite dai
pirati della strada siano i pedoni. Su 127 morti in totale sono periti 72 pedoni e
16 ciclisti. Gli altri sono vittime di impatto con altri veicoli, passeggeri o conducenti,
e poi motociclisti. Voglio precisare che un atto di pirateria stradale può anche partire
da un incidente banale, un colpo non troppo forte a una vettura che però, buttata
fuori strada, magari contro una pianta, può causare la morte o gravi lesioni a chi
è a bordo. È evidente, però, che la percentuale più elevata in assoluto è quella dei
pedoni. Inoltre, il 15% degli incidenti ha visto coinvolti dei minori: quattro sono
i minori morti nel 2011 per pirateria stradale.
D. - A suo giudizio, le attuali
norme che puniscono i pirati della strada sono efficaci?
R. - Le norme sono
più che sufficienti. Però, le pene scritte sulla carta non sono praticamente quasi
mai applicate, e quindi questo fa sì che i reati dei pirati della strada, compreso
l’omicidio stradale legato a pirateria della strada – che è il più bieco dei comportamenti
- spesso in realtà rimangano di fatto impuniti. Faccio un esempio: dei 127 pirati
del 2011 almeno 80 sono stati identificati. Bene, di questi 80 non mi risulta ce ne
sia uno che abbia pagato con qualche giorno di galera, se non in casi eccezionali
e comunque per poco tempo.
R. - L’iniziativa presentata vi vede protagonisti
assieme a diverse associazioni di riferimento per la sicurezza stradale e l’assistenza
alle vittime. Come nasce?
D. - Con questa iniziativa chiediamo supporto agli
organi di informazione, affinché ci diano una mano in questa campagna di sensibilizzazione,
fatta anche di pannelli informativi contenenti le modalità per intercettare un pirata,
cosa bisogna registrare, cosa bisogna segnalare. Soprattutto, noi vorremmo far capire
che la camera di espansione del fenomeno della pirateria sulle nostre strade deve
trovare uno sbarramento. Vogliamo far capire chiaro e forte ai pirati passati, a quelli
presenti e soprattutto a quelli futuri, che il loro mare, quello dei pirati che è
fatto d’asfalto, sarà sempre più mosso se non addirittura agitato. (bi)