Appello di leader religiosi sul programma nucleare in Sud Africa
Un appello a promuovere sempre di più uno sviluppo sostenibile è stato recentemente
lanciato dai dirigenti del Southern African Faith Communities’ Environment Institute
(Safcei), un’organizzazione a carattere interreligioso per la difesa dell’ambiente
che riunisce i leader di comunità cristiane, indù e musulmane. Nel messaggio, in particolare,
si fa riferimento ai rischi legati all’utilizzo dell’energia nucleare e ai costi elevati
delle sue tecnologie. Questi fattori, secondo l’organizzazione, richiedono una riflessione
da parte delle autorità governative. Il Sud Africa sta infatti perseguendo un piano
di sviluppo energetico a lungo termine che prevede anche la costruzione di centrali
elettriche con generatori che sfruttano l’energia atomica. La catastrofe della centrale
di Fukushima, in Giappone, l’11 marzo 2011, è stata richiamata come esempio dai dirigenti
del Safcei «per aumentare la consapevolezza sui rischi dell’energia nucleare». Essi
hanno inoltre sottolineato che «le circostanze dell’incidente nucleare avvenuto a
Fukushima è improbabile che possano ripetersi in Sud Africa», tuttavia, «fintanto
che noi esseri umani riteniamo di essere immuni dai disastri naturali e dagli errori,
è possibile che guasti imprevedibili possano verificarsi e i disastri possano accadere
di nuovo». A conclusione dell’appello, firmato del religioso anglicano Geoff Davies
in qualità di direttore esecutivo del Safcei, si sottolinea che «i rischi e i costi
del nucleare ricadranno soprattutto sulle nuove generazioni». (T.C.)