Lunedì l'atteso vertoce europeo sui temi economici
Lunedì a Bruxelles, l’atteso Consiglio europeo sui temi economici. Poco prima dell’avvio
del vertice dei capi di Stato e di governo dei 27, si incontreranno la cancelliera
tedesca Merkel, il presidente francese Sarkozy e il premier italiano Monti. Delle
misure in discussione, Fausta Speranza ha parlato con Paolo Guerrieri,
docente di economia internazionale all’Università La Sapienza di Roma:
R. – Innanzitutto,
devono decidere per quanto riguarda questo famoso “Fiscal Compact”, o accordo sulle
regole di bilancio: una maggiore disciplina nella conduzione delle politiche fiscali
e quindi un maggior rigore nel bilancio pubblico. Secondo aspetto importantissimo,
però, è che devono decidere degli strumenti per difendere i mercati dei debiti sovrani
dei Paesi più esposti, come Italia e Spagna. In pratica il rafforzamento delle risorse
a disposizione del cosiddetto “fondo salva-Stati”, cioè mezzi di liquidità internazionale
per i Paesi europei, sufficienti ad evitare attacchi speculativi. Terzo capitolo
importantissimo: non basta il rigore, non basta la liquidità, ci vuole la crescita.
E’ molto importante che si sottolinei che l’Europa è coinvolta sul piano della crescita.
I Paesi devono fare i loro compiti a casa – e noi ne sappiamo qualcosa – ma senza
un’azione dell’Europa che rilanci alcune iniziative per la crescita, per l’occupazione,
non ci sarà possibilità di un aggiustamento in positivo. Di nessun singolo Paese.
D.
– Sullo sfondo c’è la situazione in Grecia, che definiremmo proprio in bilico. Ma
in questo momento, bisogna parlare anche di Spagna, che sta raggiungendo il record
di disoccupazione e che ha visto fallire la compagnia Spanair…
R. –
Il problema della Spagna è un problema anche nostro ed è il problema della Grecia.
C’è una larga parte dell’Europa che sta conoscendo una fase recessiva che si sta aggravando.
E allora, questo problema è il terzo pilastro del quale abbiamo parlato. Il rigore
delle riforme che vanno fatte a livello nazionale è importante; la liquidità del “fondo
salva-Stati” è importante proprio per scongiurare i gravi problemi che abbiamo a breve.
Ma senza un forte rilancio sul piano delle scelte su come mitigare la recessione e
creare le condizioni per un rilancio della crescita in Europa, rigore e liquidità
– purtroppo – non saranno sufficienti. Ci sono alcuni segnali importanti – l’intervento
di Angela Merkel al Forum di Davos di qualche giorno fa – che lasciano intravedere
la possibilità che si incominci a parlare concretamente di misure politiche per la
crescita in Europa.
D. – A proposito di Davos: il cardinale del
Ghana, Peter Kodwo Appia Turkson, ha chiesto provocatoriamente un Forum mondiale
dell’etica economica. Quanto ci sarebbe bisogno di etica?
R. – Io credo
che ci sia bisogno assolutamente di porre mano a quella che è stata una delle componenti
della grande crisi e delle ragioni per cui non usciamo da questa grande crisi, che
è un deficit morale del sistema economico internazionale. Un deficit morale inteso
come una straordinaria “predicazione”, attuazione dell’individualismo, della fiducia
dei mercati e delle forze di mercato, completamente dissociato – poi – dalla responsabilità
delle proprie azioni. Ci si è illusi che il mercato potesse in qualche maniera, proprio
attraverso l’individualismo, supplire alla politica dei beni pubblici. In realtà,
noi stiamo pagando oggi proprio questo eccesso di individualismo, perché non è vero
che poi chi ha sbagliato si sia fatto carico dei propri errori: questi errori sono
ricaduti su tutti noi, e proprio sui ceti più poveri e che avevano più bisogno di
aiuto. Quindi, io credo che sia molto importante ripartire ristabilendo fortemente
questa necessità di regole per il funzionamento anche dei mercati, regole altrettanto
necessarie – se non addirittura più necessarie – delle logiche, invece, che riguardano
il funzionamento dei singoli mercati. (gf)