Kenya: appelli alla pacificazione dei cristiani dopo le prime incriminazioni per le
violenze 2007-08
Il Consiglio Nazionale delle Chiese del Kenya (Ncck, che raggruppa la maggior parte
delle confessioni cristiane non cattoliche del Paese) ha chiesto a tutti i keniani
di accogliere pacificamente il pronunciamento della Corte penale internazionale (Cpi)
sulle violenze post-elettorali verificatesi tra la fine del 2007 e i primi mesi del
2008, secondo quanto riporta l’agenzia Cisa di Nairobi. I giudici della Cpi hanno
formalmente incriminato il Ministro delle Finanze Uhuru Kenyatta e il Consigliere
alla Presidenza Francis Muthaura, oltre al deputato William Ruto e al giornalista
Joshua Arap Sang per omicidio, crimini contro l’umanità, deportazione e persecuzione
sulla base di affiliazione politica. L’incriminazione è stata consegnata lunedì scorso
dal Procuratore Ekaterina Trendafilova a L'Aia, nei Paesi Bassi. Le violenze esplosero
il 27 dicembre 2007 in seguito alla rielezione del Presidente uscente Kibaki, sfidato
dall'attuale Primo Ministro Odinga. Gli scontri provocarono 1.200 morti e 600.000
sfollati. Per i leader cristiani del Kenya “Questa incriminazione non deve essere
considerata in alcun modo come un atto d'accusa nei confronti di qualsiasi comunità
o individuo, ma un procedimento di ricerca della giustizia per le vittime delle violenze
post-elettorali". I leader delle confessioni cristiane del Kenya chiedono “sobrietà
e moderazione” nelle discussioni sulla decisione della Cpi e fanno appello ai kenyani
di pregare per la pace e la riconciliazione, soprattutto in vista delle prossime elezioni.
(R.P.)