Gustav Leonhardt è stato uno dei maggiori clavicembalisti del Novecento oltre che
uno dei principali esponenti della Reinassance del barocco nei tempi moderni.
Nato nell’ Olanda del nord nel maggio del 1928, perfezionò lo studio del clavicembalo
e dell’ organo nella celebre Schola Cantorum di Basilea, dalla quale si diplomò con
una tesi sugli abbellimenti nella musica di Bach. E proprio la figura del Kantor di
Lipsia è stata indissolubilmente legata alla sua attività di musicista, sia come interprete
che come ricercatore, tanto che nel 1967 venne scelto dal regista Jean Marie Straub
non solo come esecutore ma anche come interprete principale proprio nella figura di
Johann Sebastian Bach nel film “Das Tagebuch der Anna Magdalena Bach”, e un
brano di Bach (la variazione 25 dalle Variazioni Goldberg) è stato il suo commiato
musicale dal mondo, eseguito alla fine del suo ultimo concerto, tenuto lo scorso dicembre
al Theatre du Bouffes du Nord di Parigi. Lo scorso 16 gennaio si è spento ad Amsterdam.
La sua eredità discografica è di tutto rispetto, con decine di dischi registrati
nella triplice veste di cembalista, organista e direttore, tra i quali spicca la partecipazione
alla monumentale edizione di tutte le Cantate di J. S. Bach, registrate assieme
all’ amico Nikolaus Harnoncourt tra il 1971 e il 1990.