Sventato golpe in Papua Nuova Guinea: grande instabilità del Paese
Sventato golpe in Papua Nuova Guinea. Un gruppo di uomini armati, guidato da un colonnello
a riposo, ha sciolto il Parlamento, richiamando al potere l'ex capo del governo Michael
Somare. A conclusione di una giornata ricca di colpi di scena, l'attuale premier,
Peter O'Neill, ha dichiarato conclusa la vicenda. Ma come si è arrivati a questo colpo
di mano? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Stefano Vecchia, esperto
di Asia:
R. - Diciamo
che l’episodio rientra in un conflitto in corso da tempo tra Michael Somare, personaggio
storico della Papua Nuova Guinea, arrivato ai ruoli di potere subito dopo l’indipendenza,
e Peter O’Neill. Il problema è nato dal fatto che Somare, di salute malferma, si è
sostanzialmente ritirato lo scorso giugno dalla carica di premier. A questo punto,
il parlamento aveva eletto O’Neill come nuovo primo ministro. La decisione però è
stata sconfessata dalla Corte suprema lo scorso dicembre. Di conseguenza, il Paese
si è trovato per alcuni mesi con un doppio governo. E proprio per sbloccare questa
situazione, si è verificato oggi questo parziale colpo di Stato militare.
D.
- La situazione del Paese, politicamente appare quindi molto instabile?
R.
- Certamente. Il Paese è molto instabile, strutturalmente. L’Australia ha già avvertito
che non tollererà una qualche destabilizzazione del Paese vicino, che ha ingenti quantità
di risorse minerarie. Di fatto, la Papua Nuova Guinea dipende fortemente dall’aiuto
straniero e ha il 37% della popolazione sotto il livello di povertà. Quindi, è chiaramente
un Paese che ha bisogno di stabilità: una stabilità che non riesce a trovare, soprattutto
a causa del conflitto tra queste due personalità forti. Somare, oltre ad essere malato,
è anche molto anziano. Dunque, si dovrà trovare un’alternativa valida.
D.
- C’è il rischio che questa situazione degeneri in guerra civile?
R.
- Il rischio c’è. Bisogna dire che il Paese ha un territorio fortemente accidentato,
la popolazione è composta da molte etnie Diciamo che, forse, questa divisione non
favorisce un’azione di forza da una parte o dall’altra, e finora questa situazione
ha infatti favorito una soluzione di compromesso. Bisognerà vedere nelle prossime
ore come i due contendenti riusciranno, eventualmente attraverso il dialogo, a risolvere
la questione. Altrimenti, se iniziassero i primi scontri fra i sostenitori di Somare
o di O’Neill, c’è il rischio che si vada verso la guerra civile. (bi)