Siria: risale la tensione dopo l'uccisione ieri di un sacerdote ortodosso. Appello
di padre Dall’Oglio
Il segretario della Lega araba, Nabil el Araby, e il premier del Qatar, Hamad el Qassem,
si recheranno lunedì prossimo al Consiglio di sicurezza dell'Onu per ottenere il sostegno
al piano di pace arabo sulla Siria. Contro tale piano, oggi "centinaia di migliaia"
di sostenitori del regime siriano sono scesi nelle piazze delle maggiori città. Intanto
oggi, secondo l’Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo, sarebbero almeno 34 i
civili, tra cui 6 bambini, uccisi dalle forze di sicurezza siriane, la maggioranza
dei quali nella citta' di Homs. La tensione è tornata a salire dopo l’uccisione, ieri,
di un sacerdote ortodosso ad Hama. Alla comunità internazionale lancia un appello
padre Paolo Dall'Oglio, fondatore in Siria del monastero di Deir Mar Musa.
L’intervista è di Fausta Speranza:
R. – Queste
notizie sono tragiche. L’uccisione del sacerdote, in particolare per i cristiani,
è evidentemente uno shock. Si tratta di un sacerdote della comunità ortodossa, che
è maggioritaria nella zona in cui è stato ucciso, Hama, e ciò non manca di allarmare
ulteriormente questa comunità che, di fatto, è la più importante comunità cristiana
siriana, quella bizantina-ortodossa. E allarmerà ulteriormente la Russia, perché ha
una prossimità culturale e spirituale con quella comunità.
D. – Si parla
in questi momenti dell’Onu, che potrebbe ascoltare il segretario della Lega Araba.
Lei che cosa prova quando sente queste ipotesi diplomatiche o comunque di una soluzione
politica?
R. – E’ assolutamente necessario che tutti quelli che possono
lavorare a delle soluzioni, lo facciano secondo coscienza. La stragrande maggioranza
dei siriani non vuole un intervento armato internazionale, ma tra questo e non fare
niente c’è una differenza immensa, come dal giorno alla notte. Bisognerà che qualcuno
ci metta mano per cercare di arrivare a qualcosa di diverso che la prospettiva della
guerra civile e del bagno di sangue. (ap)