Rispondere alla domanda di Dio nella società: al via l'incontro Kek-Ccee
Inizia oggi a Ginevra l'incontro del Comitato congiunto della Conferenza delle Chiese
europee (Kek), che riunisce le principali Chiese ortodosse, protestanti e anglicane
del continente, e del Consiglio delle Conferenze episcopali cattoliche d'Europa (Ccee).
Un appuntamento annuale che quest’anno prende spunto dalle sfide poste alla Chiesa
e alla società in questo periodo di crisi, come spiega, nell’intervista di Fausta
Speranza, padre Duarte Nuno Queiroz de Barros da Cunha,nuovo segretario
generale del Consiglio dei vescovi europei:
R. – Non
è soltanto una crisi economica - come il Santo Padre sempre ci ricorda - ma si tratta
più di una crisi di fede e quindi anche di una crisi culturale. Da qui la decisione
di tenere questo incontro congiunto per cercare di capire quali siano le sfide per
testimoniare il Vangelo in questo mondo, che ha così tanto bisogno di Gesù. Sembra
quasi che sia il mondo a chiederci di metterci d’accordo, perché il mondo ha bisogno
di Cristo.
D. – Padre Duarte, anche il dialogo con i musulmani in Europa
sarà in primo piano?
R. – Anche in questo, da anni ci si confronta:
alle volte insieme e alle volte non insieme per questioni pratiche. Nel corso dello
scorso anno la Kek ha affrontato questo aspetto relativo al rapporto tra cristiani
e musulmani in Europa, considerandolo un’urgenza. La Ccee ha tenuto un incontro a
Torino con i delegati di tutte le Conferenze episcopali per discutere su cosa si stia
facendo e quali siano le principali preoccupazioni nel rapporto e nel dialogo con
i musulmani, nell’integrazione e soprattutto nell’aspetto della presenza istituzionale
dei musulmani nei Paesi e negli Stati europei. Vogliamo ora raccontare alla Kek quello
che abbiamo fatto, visto che anche loro hanno svolto delle indagini nelle loro Chiese
per comprendere quale sia la situazione nei rapporti tra i musulmani e i cristiani.
E’ possibile poi che confrontandoci si arrivi all’idea di fare qualcosa insieme, ma
questo non è ancora detto… Siamo due organismi impegnati nell’approfondire e nello
sviluppare le conoscenze, nel realizzare un lavoro in questo dialogo. Bisogna però
tenere presente che ci sono diverse realtà di musulmani in Europa: una cosa sono i
musulmani che stanno arrivando ora; una cosa sono i musulmani che da anni vivono in
Paesi europei e sono europei, come nei Paesi Balcani; un’altra cosa sono i musulmani
ormai totalmente integrati; un’altra cosa ancora sono i musulmani non integrati che
hanno quindi delle difficoltà… Tutte queste diversità implicano anche da parte dei
cristiani un rapporto e un approccio diverso. Quello che però si vede sempre di più
è che la presenza dei musulmani richiede ai cristiani un approfondimento della propria
fede: il dialogo sempre implica la necessità di comprendere chi si è, per poi presentarsi
all’altro e per ascoltare l’altro. Anche la nostra dimensione d’identità cristiana
diventa allora un’urgenza. Inevitabilmente collegata a tutto ciò è la dimensione missionaria,
perché la nuova evangelizzazione implica anche che questo dialogo interreligioso possa
portare, alla fine, all’annuncio del Vangelo.
D. – Si parlerà anche
della presenza degli zingari in diversi Paesi d’Europa…
R. – Già da
tempo la Ccee e la Kek hanno parlato ed affrontato la realtà degli zingari in Europa,
soffermandosi anche su quello che le diverse Chiese protestanti ed ortodosse fanno
nei vari Paesi dell’Est e sul lavoro svolto dalla Chiesa cattolica. L’ultimo anno
è stato particolarmente importante proprio per questo: a livello di Chiesa cattolica,
come Ccee, e con la Comece (Commissione degli Episcopati della Comunità europea),
abbiamo tenuto diversi incontri, ai quali hanno partecipato diversi esperti, per comprendere
quale possa essere la possibilità politica e pastorale per aiutare l’integrazione,
ma anche per la valorizzazione di questi popoli. Ccee e Kek hanno svolto una giornata
del seminario insieme alla Commissione europea a Bruxelles, durante la quale è stato
affrontato proprio il tema degli zingari. Questo incontro si è concluso con una lettera
congiunta della Ccee e della Comece indirizzata alla Commissione europea e che ora
vogliamo presentare alla Kek, nella quale sottolineiamo quelli che riteniamo essere
gli aspetti importanti della vita degli zingari: quindi l’educazione, l’integrazione
e soprattutto l’aiuto nel lavoro. (mg)