Pakistan: speranze per Asia Bibi, ma “gli estremisti non accetterebbero il suo rilascio”
“Anche se il suo accusatore cambiasse idea e ritirasse le false accuse che hanno portato
alla condanna di Asia Bibi per blasfemia, gli estremisti islamici non accetterebbero
il suo rilascio. Asia Bibi, per loro, resta blasfema a vita e sarebbe in pericolo
di vita”: è quanto dice all’agenzia Fides il domenicano padre James Channan, direttore
del “Dominican Peace Center” di Lahore, commentando le indiscrezioni circolanti sul
possibile cambiamento della testimonianza di Qari Salam, fra gli accusatori della
donna. “Tutti speriamo in un risoluzione pacifica e del caso, ma posso dire che oggi
i gruppi estremisti islamici, pur non essendo molto forti a livello politico e parlamentare,
restano molto influenti e sono molto potenti nelle strade e nelle piazze: hanno una
grande capacità di mobilitazione e militanti pronti a tutto. Asia Bibi, se venisse
rilasciata, non sarebbe certo al sicuro”, nota il Domenicano, ricordando che un imam
aveva perfino messo una taglia sulla sua testa. Mentre si attende la data per la riapertura
del processo di appello, davanti all’Alta Corte di Lahore, padre Channan ricorda l’annoso
problema della magistratura in Pakistan: “E’ sottoposta alle pressioni degli estremisti
islamici e ben lungi dal garantire giustizia, specie alle minoranze religiose”. Secondo
il sacerdote, “questo è evidente per i Tribunali di primo grado, ma tocca anche le
Corti di Appello: ricordiamo che fu l’Alta Corte di Lahore a fermare il presidente
Zardari, che voleva dare il perdono presidenziale ad Asia Bibi, mentre oggi un ex
presidente dell’Alta Corte di Lahore è l’avvocato difensore di Mumtaz Qadri, assassino
reo confesso del governatore del Punjab, Salman Taseer”. Che l’estremismo religioso
sia forte nel Paese, aggiunge padre Channan, lo dimostra anche “la lunga scia di omicidi
e sequestri eccellenti che si susseguono: basta pensare all’esecrabile sequestro dei
due cooperanti europei a Multan (l’italiano Lo Porto e tedesco Johannes), impegnati
per le vittime delle alluvioni”. Oggi la comunità cristiana in Pakistan, in particolare,
è preoccupata per una possibile alleanza della “Lega Musulmana-N” con le frange e
i partiti religiosi fondamentalisti islamici, in vista delle elezioni del prossimo
anno. (R.P.)