2012-01-26 17:32:53

Oggi in Italia mobilitazione contro la violenza sulle donne. Conclusa la visita dell'esperto dell'Onu


Nel 2011 in Italia sono state 127 le donne uccise da fidanzati, mariti, familiari: una ogni tre giorni. La violenza domestica è in Italia la prima causa di morte per le donne tra i 16 e i 44 anni. Tra le vittime, c’è anche Stefania Noce, la studentessa di Lettere uccisa a Catania dall’ex fidanzato il 27 dicembre. In suo ricordo e per tutte le vittime di questo crimine gli amici e le amiche di Stefania e 'Se Non Ora Quando', il movimento di donne in cui la giovane era molto attiva, hanno chiamato stasera alla mobilitazione contro la violenza sulle donne in moltissime città italiane. E sempre oggi si è conclusa la missione conoscitiva in Italia dell’esperto delle Nazioni Unite. Servizio di Francesca Sabatinelli RealAudioMP3

La violenza sulle donne in Italia resta un problema. Lo denunciano le italiane scese in piazza oggi in varie città della penisola, lo ha denunciato Rashida Manjoo, avvocato sudafricano e relatrice speciale Onu per la violenza contro le donne che stamattina, al termine della sua missione che l’ha condotta in diverse città italiane, ha incontrato la stampa:

La violenza domestica risulta ancora essere la forma di violenza più pervasiva che continua a colpire le donne in tutta in Italia. Un dato che si riflette nel numero crescente delle vittime di femminicidio. Inoltre, gran parte degli atti di violenza non vengono denunciati, perché avvengono in un contesto ancora caratterizzato da una società patriarcale, ma anche perché la violenza domestica non sempre viene percepita come reato. E non solo. Un quadro giuridico frammentario, l’inadeguatezza delle indagini, delle sanzioni e del risarcimento alle vittime sono fattori che contribuiscono al muro di silenzio e di invisibilità che circonda questo tema.

La Manjoo ha parlato anche delle forme di violenza che colpiscono le donne Rom, Sinti e di altre minoranze. Gruppi che, ha detto, “affrontano forme multiple di violenza e discriminazione sia nella sfera privata che in quella pubblica”. Grave la situazione nelle carceri, dove per le donne è evidente la difficoltà di accesso allo studio e al lavoro, dovuta alla mancanza di risorse, alle politiche discriminatorie da parte del personale delle strutture carcerarie e alla “disparità di trattamento da parte di alcuni giudici di sorveglianza nel riesame delle sentenze per la scarcerazione anticipata delle detenute che soddisfano i requisiti per le misure alternative al carcere”. La relatrice Onu ha poi elencato i passi avanti fatti dall’Italia nella difesa delle donne: la legge sullo stalking, i piani d'azione nazionali sulla violenza contro le donne e il Piano nazionale per l'inclusione delle donne nel mercato del lavoro. Tuttavia, ha tratto amare conclusioni: "Le sfide sono ancora tante, e tra queste la piena ed effettiva partecipazione delle donne al lavoro e alla sfera politica". "Il quadro politico e giuridico frammentario e la limitatezza delle risorse finanziarie per contrastare la violenza sulle donne, infatti - ha aggiunto - ostacolano un'efficace ottemperanza dell'Italia ai suoi obblighi internazionali".

L'attuale situazione politica ed economica dell'Italia non può essere utilizzata come giustificazione per la diminuzione di attenzione e risorse dedicate alla lotta contro tutte le manifestazioni della violenza su donne e bambine in questo Paese.

E’ quindi necessario, ha concluso la Manjoo, che tutte le parti coinvolte si assumano la responsabilità di promuovere i diritti umani per tutti e far sì che la violenza contro le donne rimanga tra le priorità dell'agenda nazionale.










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