Nota di padre Lombardi sulla trasmissione Tv "Gli intoccabili": informazione faziosa,
parziale e banale
Il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi ha commentato con
una nota una trasmissione televisiva andata in onda su La7, definita faziosa nei confronti
del Vaticano e della Chiesa cattolica. Ecco il testo del suo commento:
La
trasmissione televisiva “Gli intoccabili” andata in onda ieri sera, accompagnata dall’abituale
contorno di articoli e commenti può essere oggetto di molteplici considerazioni, a
cominciare dalla discutibilità del metodo e degli espedienti giornalistici con cui
è stata realizzata, per continuare con l’amarezza per la diffusione di documenti riservati.
Ma non è di questo che ora vogliamo principalmente parlare, essendo oggi tutto ciò
fin troppo abituale, sia come metodo generale, sia come stile di informazione faziosa
nei confronti del Vaticano e della Chiesa cattolica. Proponiamo piuttosto due semplici
considerazioni che non hanno trovato spazio nel dibattito.
La
prima. L’azione svolta da mons. Viganò come Segretario Generale del Governatorato
ha certamente avuto aspetti molto positivi, contribuendo ad una gestione caratterizzata
dalla ricerca del rigore amministrativo, del risparmio e del raddrizzamento di una
situazione economica complessiva difficile. Questi risultati, ottenuti durante la
Presidenza del card. Lajolo, sono chiari e non sono negati da nessuno. Una valutazione
più adeguata richiederebbe tuttavia di tener conto dell’andamento dei mercati e dei
criteri degli investimenti nel corso degli ultimi anni, ricordare anche altre circostanze
importanti, come i risultati notevolissimi dell’attività dei Musei Vaticani, con flusso
accresciuto di pubblico e orari di apertura più ampi, ricordare le finalità non puramente
economiche ma di supporto della missione della Chiesa universale da parte dello Stato
della Città del Vaticano che sono motivo di spese anche notevoli, e così via. Alcune
accuse poi – anche molto gravi – fatte nel corso della trasmissione, in particolare
quelle nei confronti dei membri del Comitato Finanza e Gestione del Governatorato
e della Segreteria di Stato di Sua Santità, impegnano la Segreteria di Stato stessa
e il Governatorato a perseguire tutte le vie opportune, se necessario legali, per
garantire l’onorabilità di persone moralmente integre e di riconosciuta professionalità,
che servono lealmente la Chiesa, il Papa e il bene comune. In ogni caso, i criteri
positivi e chiari di corretta e sana amministrazione e di trasparenza a cui si è ispirato
mons. Viganò continuano certamente ad essere quelli che guidano anche gli attuali
responsabili del Governatorato, nella loro provata competenza e rettitudine. E ciò
è coerente con la linea di sempre maggiore trasparenza e affidabilità e di attento
controllo sulle attività economiche su cui la Santa Sede è chiaramente impegnata,
nonostante le difficoltà, come dimostrano anche le adesioni alle Convenzioni internazionali
di cui si dà notizia – per casuale coincidenza – proprio quest’oggi. Insomma, l’avvicendamento
alla guida del Governatorato non intende certamente essere un passo indietro rispetto
alla trasparenza e al rigore, ma un ulteriore passo avanti.
La seconda.
Discussioni e tensioni, comprensibili differenze di opinioni e posizioni, vengono
sottoposte alla valutazione di un giudizio superiore proprio perché questo è in grado
di vedere le questioni in una prospettiva più ampia e con criteri più comprensivi.
Un procedimento di discernimento difficile sui diversi aspetti dell’esercizio del
governo di un’istituzione complessa e articolata come il Governatorato –
che non si limitano a quelli del giusto rigore amministrativo - è stato invece presentato
in modo parziale e banale, esaltando evidentemente gli aspetti negativi, con il facile
risultato di presentare le strutture del governo della Chiesa non tanto come toccate
anch’esse dalle fragilità umane – ciò che sarebbe facilmente comprensibile - quanto
come caratterizzate in profondità da liti, divisioni e lotte di interessi. In questo
diciamo senza timore che si è andati e si va spesso ben aldilà della realtà; che la
situazione generale del Governatorato non è così negativa come si è voluto far credere;
che tanta disinformazione non può certamente occultare il quotidiano e sereno lavoro
in vista di una sempre maggiore trasparenza di tutte le istituzioni vaticane, e infine
che non bisogna dimenticare che il Governo della Chiesa ha al suo vertice un Pontefice
di giudizio profondo e prudente, la cui dirittura al disopra di ogni sospetto garantisce
la serenità e la fiducia che giustamente si attendono coloro che operano al servizio
della Chiesa e i fedeli tutti. In questa prospettiva va riaffermato decisamente che
l’affidamento del compito di nunzio negli Stati Uniti a mons. Viganò, uno dei compiti
più importanti di tutta la diplomazia vaticana, data l’importanza del Paese e della
Chiesa cattolica negli Stati Uniti, è prova di indubitabile stima e fiducia da parte
del Papa.