Nigeria: 200 arresti dopo gli attacchi dei giorni scorsi. In fuga migliaia di cristiani
In Nigeria è salito a circa 200 il numero arresti in seguito ai sanguinosi attentati
delle settimane scorse contro i cristiani rivendicati dal movimento islamico Boko
Haram. Secondo gli inquirenti si tratta soprattutto di “mercenari provenienti dal
Ciad”. Solo ieri il presidente Goodluck Jonathan ha destituito il capo della polizia
affermando che la decisione rappresenta un primo passo verso la riorganizzazione della
Forza armata nigeriana al fine di renderla più efficace e maggiormente in grado di
fronteggiare le sfide della sicurezza interna. Intanto cresce il numero di persone
in fuga verso zone ritenute più sicure. Secondo la fondazione Aiuto alla Chiesa che
Soffre sarebbero oltre 35 mila, soprattutto a Jos e nelle regioni meridionali. Tra
di loro vi sono moltissimi cattolici. Speranzoso mons Malachy Goltok, il vescovo di
Bauchi, diocesi del nord-est del paese dove da Natale mancano all’appello molte famiglie
cristiane immigrate dal sud. “Sono sicuro che quando la situazione si normalizzerà
torneranno tutti” ha affermato all’agenzia Misna precisando che dietro la partenza
c’era il desiderio di trascorrere le festività insieme con i parenti, nei villaggi
di provenienza delle comunità igbo. Gli ostacoli sulla via del ritorno sono stati
diversi. “L’attentato di Natale contro la chiesa di Madalla ha accresciuto la paura
di violenze a sfondo settario. Tuttavia – ha aggiunto – hanno pesato molto anche le
difficoltà legate allo sciopero generale contro il caro benzina”. Lo sciopero, segnato
da due settimane di proteste di piazze, ha provocato la paralisi delle attività economiche
per l’abolizione dei sussidi che per anni avevano tenuto bassi i prezzi della benzina,
permettendo a milioni di persone di viaggiare nonostante la mancanza di lavoro e la
povertà. Nella diocesi di Bauchi i cristiani sono circa 36.000, una minoranza esigua
spesso dedita ai commerci. Molti di loro non erano in città domenica notte, quando
l’esplosione di una bomba ha rischiato di far crollare la Chiesa della Nostra Signora
di Loreto. Lo scoppio non ha causato né vittime né feriti, secondo il vescovo un segnale
di Dio ad avere speranza in un futuro di pace. “I cristiani di Bauchi – sottolinea
monsignor Goltok – hanno qui le loro case, i loro negozi e la loro vita: sono sempre
stati parte integrante del tessuto sociale e continueranno a esserlo, proprio come
i musulmani che vivono al sud”. (E.B.)