India: attaccata casa di un pastore protestante in Orissa. Le ong: "cristianofobia"
nel governo
Un uomo indù ha attaccato la casa di un Pastore protestante nel distretto di Kandhamal,
nello stato di Orissa, teatro delle violenze anticristiane verificatesi nel 2008.
L’episodio, avvenuto ieri pomeriggio nel villaggio di Adigar, ha riportato la paura
fra i cristiani che, secondo l’agenzia Fides, “si sentono insicuri”. La famiglia del
Pastore Pabita Mohan Kota è stata colta di sorpresa quando un uomo indù, identificato
come Jaleshwar Pradhan, abitante dello stesso villaggio, ha iniziato a lanciare pietre
e mattoni contro l’abitazione, ha spintonato le figlie del Pastore, gridando: “Voi
cristiani non dovete vivere qui, questa non è la vostra terra. Il massacro di Kandhamal
non vi è bastato: questa sarà per voi la vostra tomba”. Il lancio di pietre è continuato
per decine di minuti. La moglie del pastore, impaurita, si è subito allontana con
le figlie. La casa del Pastore Kota era già stata distrutta durante gli attacchi del
2008 e molti mattoni erano nei pressi dell’abitazione, ancora in fase di ricostruzione.
Al momento dell’attacco, il Pastore era fuori casa. I cristiani hanno denunciato l’incidente
alla polizia locale, affermando che l’aggressore era in stato di ebbrezza. Anche se
i danni alla casa non sono gravi, “c’è una sorta di tortura psicologica, la pressione
sui cristiani è fortissima”. In un nota inviata sempre alla Fides, Organizzazioni
della società civile indiana, cristiane e non cristiane, segnalano le sconcertanti
dichiarazioni di un Ministro Federale per le Energie rinnovabili, Janab Farooq Abdullah,
per il quale si chiede “l’immediata destituzione dal governo”. Farooq Abdullah, in
passato Primo Ministro nello Stato di “Jammu e Kashmir”, ha espresso pubblicamente
sostegno alla decisione di un tribunale islamico del Kashmir che ha emesso un ordine
di espulsione per tre missionari, due protestanti (i Pastori C.M. Khanna e Gayoor
Masih) e uno cattolico (padre Jim Borst), falsamente accusati di "conversioni fraudolente".
Secondo le Ong, fra le quali il “Global Council of Indian Christians”, “un ministro
federale, che ha l'obbligo di rispettare la Costituzione dell'India, ha avallato l'azione
incostituzionale di una corte islamica che ha espulso cittadini indiani”. Tale decisione
– si teme – può portare “a una ‘Fatwa’ contro i cristiani nel Kashmir e forse in tutta
l'India, che sarebbe sostenuta da un Ministro”. La sua presenza nell’esecutivo, notano
le Ong, “darà legittimità alle forze anti-costituzionali, anti-laiche e anti-nazionali”.
(E.B.)