2012-01-26 14:08:28

Incontro ecumenico in Pakistan: il proselitismo delle sette minaccia l’unità dei cristiani


Alcune Chiese cristiane non ufficiali in Pakistan stanno creando divisioni nella comunità cristiana locale in un momento in cui è quanto mai necessario essere uniti. È l’allarme lanciato dai partecipanti a un incontro ecumenico organizzato nei giorni scorsi a Lahore nell’ambito della Settimana per l’Unità dei cristiani. A presiedere l’evento, ospitato nella Chiesa di San Giuseppe della città, c’erano l’Ordinario cattolico locale mons. Sebastian Shah e il vescovo anglicano Mano Rumalshah. Dagli interventi dei relatori – riferisce l’agenzia Ucan - è emersa la comune preoccupazione delle Chiese protestanti e cattolica pakistane per il proliferare di gruppi e sedicenti pastori cristiani che fanno un proselitismo aggressivo in cui ogni mezzo è buono per conquistare nuovi adepti, soprattutto tra le fasce sociali più povere e meno istruite. Alcuni, infatti, non esitano a convertire le persone con denaro, terre e persino titoli di studio. Questo tipo di proselitismo - è stato evidenziato – non solo crea tensioni e divisioni, ma danneggia l’immagine della comunità cristiana pakistana già vittima di discriminazioni e persecuzioni. In questo senso si è espresso, tra gli altri, padre James Channan, coordinatore regionale della “United Chrtistain Initiative”. Di qui la viva esortazione a mantenere le distanze da questi gruppi. Tra le proposte emerse dall’incontro quella di costituire un comitato interecclesiale per affrontare insieme questa sfida e difendere i diritti della comunità cristiana. Il proselitismo e la proliferazione di sette cristiane è un problema comune a diversi Paesi asiatici e in alcuni casi ha contribuito ad alimentare le tensioni interreligiose. È il caso, ad esempio, dell’India e dello Sri Lanka, dove le cosiddette “conversioni forzate” ad opera di alcuni missionari hanno offerto il pretesto per introdurre leggi anti-conversione. (L.Z.)







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