Sono un milione 356 mila gli sfollati interni in Somalia, 500.000 dei quali vivono
nel cosiddetto corridoio di Afgoye. Lo afferma l’ultimo Situational Report inviato
all’agenzia Fides da Caritas Somalia precisando che “a causa delle restrizioni all’accesso
alle agenzie umanitarie nel sud della Somalia, la grave crisi alimentare continuerà,
nonostante una buona stagione delle piogge Deyr”. La stagione delle piogge Deyr va
da ottobre a novembre. Mentre le piogge hanno migliorato la produzione di bestiame
e il rendimento delle colture, la Somalia è ancora fortemente dipendente dagli aiuti
umanitari, soprattutto per quel che concerne l’assistenza sanitaria, l’acqua e la
nutrizione. Con l'espulsione di 16 agenzie e organizzazioni non governative, decretata
dal gruppo islamico Shabaab alla fine di novembre, e la sospensione della distribuzione
di cibo a 1,1 milioni di persone nel sud è forte la preoccupazione che alcune aree
del Paese possano trovarsi di nuovo in condizioni di carestia. Il periodo di raccolta
dei cereali ottenuti grazie alle piogge Deyr va da gennaio a marzo e si ritiene che
le regioni di Bay e Lower Shabelle otterranno cereali sufficienti per sostenere le
loro popolazioni fino all'inizio del raccolto nel mese di luglio. Tuttavia le zone
colpite dalle alluvioni, Gedo e Juba, avranno scorte molto limitate nei prossimi tre
mesi. Rimangono gravi, inoltre, le condizioni di sicurezza. Combattimenti e attentati
con ordigni esplosivi continuano a Mogadiscio e in altre città della Somalia. Nelle
ultime quattro settimane, 7 operatori umanitari sono stati uccisi e un operatore umanitario
americano è stato preso in ostaggio a Galkayo. Un recente attacco in un campo profughi
a Mogadiscio ha causato altri sei morti. Nonostante la situazione difficile, Caritas
Somalia continua le sue operazioni nel Paese e nel campo di Dadaab, in Kenya, dove
sono accolti centinaia di migliaia di rifugiati somali. (E.B.)