Stallo alla Conferenza sul disarmo nucleare. Mons. Tomasi: il pericolo atomico è attuale
Si è aperta ieri a Ginevra, in Svizzera, la sessione annuale della conferenza dell’Onu
sul disarmo: al centro dei lavori è la questione nucleare, in particolare il bando
della produzione di materiale fissile per la fabbricazione di bombe atomiche. Ma sui
risultati dell’incontro regna il pessimismo: Sergio Centofanti ne ha
parlato con mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa
Sede, che partecipa ai negoziati:
R. – C’è un’impasse, c’è un momento di
stallo perché si procede per consenso e la difficoltà è che c’è uno Stato che sta
bloccando la procedura verso un accordo: è il Pakistan, che ha paura nei suoi rapporti
con l’India di avere una minor capacità deterrente nucleare e che, quindi, continua
a bloccare la possibilità di cominciare il negoziato per un trattato sul materiale
fissile. Questo porta a conseguenze molto serie, perché questa Conferenza del disarmo
- prima di tutto – perde credibilità e rischia grosso, perché da troppi anni non produce
più risultati importanti per la Comunità internazionale. Di fatto molti Stati stanno
alzando la voce, dicendo che bisogna o sbloccare la situazione oppure, visto che vengono
spesi soldi per niente, rimandare l’agenda all’Assemblea generale delle Nazioni Unite
per trovare un’altra strada per poter negoziare. Stiamo aspettando e vedendo come
procedere. Visto l’incontro di apertura della Conferenza, non mi pare che si possa
essere molto ottimisti: le vecchie remore rimangono e, nonostante l’impazienza e la
chiarezza con cui molti Stati – inclusa l’Unione Europea – hanno parlato, rimane lo
stallo.
D. – Quale riflessione fare, mons. Tomasi, sul pericolo nucleare
oggi?
R. – A me sembra che l’aspetto triste, su cui tutti dovremmo riflettere,
è che fino ad alcuni anni fa vi erano cinque potenze mondiali che avevano armi atomiche,
oggi – nonostante tutti gli sforzi per limitare e ridurre la presenza nel mondo di
questi terribili strumenti di morte – ci sono vari altri Stati che hanno la bomba
atomica e altri che vorrebbero averla e che - sembra - stiano lavorando per ottenerla.
Non si riflette molto nell’opinione pubblica sul fatto che c’è ancora il pericolo
serio e reale che le armi atomiche possano essere usate nel mondo o per sbaglio o
per mancanza di umanità di qualche leader o per altri imprevisti che possono sempre
capitare. Quindi, purtroppo, questa possibilità rimane, ma - allo stesso tempo - dobbiamo
anche dire che c’è una grande volontà di quasi tutti gli Stati di camminare in direzione
opposta, di bloccare e di eliminare questi strumenti. (mg)