2012-01-24 16:03:31

Proteste in Romania contro il carovita. Mons. Robu, arcivescovo di Bucarest: "Bisogna porre termine alla crisi morale"


La protesta contro il carovita e la corruzione in Romania è arrivata al suo 11.mo giorno consecutivo. In tutte le principali città, come anche nella capitale Bucarest, decine di migliaia di persone hanno manifestato in piazza chiedendo le dimissioni del governo guidato dal premier Emil Boc. Al centro delle proteste, che oggi hanno provocato le dimissioni del ministro degli Esteri, Teodor Baconschi, le politiche fiscali volute dall’esecutivo e la dilagante povertà nel paese. A mons. Joan Robu, arcivescovo metropolita di Bucarest, Stefano Leszczynski ha chiesto quali siano le ragioni della protesta. RealAudioMP3

R. – A giudicare dagli slogan gridati dalla gente, si può dire che le ragioni della protesta sono la corruzione, la povertà, l’incompetenza e la corruzione dei governanti, la rabbia di sentire tante bugie dalla propaganda del partito al potere, le ingiustizie provocate dalla moltitudine delle tasse da pagare, e così via.

D. – Eccellenza, qual è la situazione economica della Romania, oggi? C’è stato un miglioramento dopo l’ingresso nell’Unione Europea del livello di vita, o la differenza sociale è ancora molto forte all’interno del Paese?

R. – Direi che la situazione economica si trova in una fase di transizione senza una meta chiara e senza la sapienza della ricerca del bene comune. La gente è stanca di vedere come i governanti cerchino soltanto i loro interessi, e non il bene del popolo. E poi, un miglioramento è stato percepito senz’altro dopo l’ingresso nell’Unione Europea, però solo poche persone hanno percepito un vero e stabile miglioramento. La maggior parte delle famiglie vive in povertà. Ed è vero: la crisi economica è una crisi generale, e la Romania non ne è risparmiata. Però, i governanti romeni – e questa è opinione comune – non hanno nessuna idea del bene comune; sono però molto precisi nel cercare i loro interessi e sfidano la gente con il loro egoismo e la loro prepotenza. Faccio anche un esempio. Da molti anni cerco di incontrare il presidente della Repubblica – ho anche scritto per questo – e anche il primo ministro, per un problema che riguardava la situazione di una costruzione accanto alla nostra cattedrale, a causa della quale abbiamo avuto un processo durato cinque anni. Sono anni che aspetto di essere ricevuto; nemmeno hanno risposto alle mie lettere. Ecco: questo è un esempio dal quale si rileva chiaramente la sfida, la prepotenza.

D. – E’ una situazione spesso difficile, quella dei Paesi che sono usciti dall’ex-blocco comunista, Paesi di emigrazione verso l’Occidente. Oggi questi lavoratori continuano a trovare un’occupazione all’estero, o questa situazione si è fatta più difficile e ci sono forti ripercussioni anche all’interno del Paese, in patria?

R. – Ci sono ripercussioni abbastanza gravi: intanto, le famiglie sono divise perché una parte è all’estero, e una parte è in Romania; ci sono le molte difficoltà vissute dai bambini che crescono senza la madre o addirittura senza ambedue i genitori. Però, questa emigrazione forse ha anche un aspetto positivo nel senso che quelli che lavorano all’estero riescono ad aiutare quella parte della famiglia che si trova in Romania: mandano soldi in Romania. Poi, però, ci sono altri aspetti che emergono piano piano. Per esempio, in Romania non si trovano più operai perché sono tutti all’estero: sono partiti tutti perché qui, è vero, i posti di lavoro sono pochi, sono mal pagati e quindi la gente cerca di andare altrove dove riceve un salario migliore. Anche se devono far fronte a tante umiliazioni e a condizioni di vita che, purtroppo, sono quelle che sono …

D. – Eccellenza, di cosa avrebbe bisogno oggi la Romania per acquistare una stabilità sociale e una posizione più serena nei confronti del futuro?

R. – Come tutti, anche in Europa, dove esiste questa crisi economica, abbiamo bisogno di tornare ai valori dimenticati, non di fare crescere ma di porre un termine alla crisi morale e alla crisi di fede in cui ci troviamo, e da dove provengono tanti mali sia nell’economia, sia nella vita sociale.

D. – Quindi, la secolarizzazione ha colpito in maniera molto forte anche la Romania, anche a livello istituzionale?

R. – Sì: l’ha colpita abbastanza fortemente e non nel lungo periodo, ma in pochissimo tempo. E questi attacchi sono stati molto forti. (gf)








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