2012-01-23 14:21:04

Pakistan. Sequestro dei due cooperanti: alcuni arresti, ma il governo ritira la licenza alla loro Ong


La polizia di Multan ha arrestato 12 persone, sospettate di essere coinvolte nel sequestro di Giovanni Lo Porto e di Bernd Johannes, i due cooperanti dell’Ong tedesca “Welthungerhilfe” (Whf) (“Aiuto alla fame nel mondo”), rapiti il 19 gennaio a Multan, in Punjab. La notizia, pubblicata dalla stampa locale, è stata confermata all'agenzia Fides da fonti nella società civile di Multan. Fonti locali di Fides aggiungono nuovi risvolti su quello che localmente viene definito “il giallo del sequestro”: il governo pakistano ha ritirato all’Ong Whf l’autorizzazione a svolgere le proprie attività umanitarie a Multan, definendole “sospette”. La portavoce di Whf a Bonn (Germania), Simone Pott, ha detto che “è un’accusa molto dura”, affermando di non poter confermare né rilasciare commenti o dettagli. “Si tratta di una mossa ingiusta e indegna, in quanto Whf sta lavorando per la ricostruzione post alluvione e ha messo in campo progetti per quasi 300 milioni di dollari, in favore delle vittime”, nota in un colloquio con Fides Rashid Rehman Khan, responsabile dell’Ong pakistana “Human Rights Commission of Pakistan” (Hrcp) a Multan. Rehman Khan spiega: “Non vi è chiarezza sulla vicenda. L’area del sequestro è presidiata da militari e forze di scurezza. E’ incomprensibile come un’azione di tal genere possa essere passata inosservata. L’opinione pubblica sospetta il coinvolgimento dei militari pakistani e dei servizi segreti. Whf si occupa solo di aiuti umanitari, perciò definirla sospetta è irragionevole. Il suo allontanamento nuocerà a tanta povera gente”. La Hrcp, una delle principali Ong pakistane, impegnata nella difesa dei diritti umani, si appella al governo: “Chiediamo che si faccia il possibile – prosegue Khan – per il rilascio immediato dei due cooperanti; e che il governo assicuri protezione, garanzie e diritti legali a ogni cittadino. Ribadiamo che gli operatori umanitari fanno solo opera di aiuto e non sono elementi antistatali o cospiratori. Crediamo che tale vicenda leda l’immagine e la credibilità internazionale del Pakistan”. (R.P.)







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