Magatti: "le proteste spingano la politica alla concretezza"
'Mi auguro che,
come in altri momenti, questo tipo di fenomeno sia ascoltato, ma per spingere il Paese
in avanti. Io credo che il conflitto sociale e questa esplosione di tensioni debbano
essere interpretati dalle forze politiche come il segno che non si può più scherzare
e bisogna essere concreti'. Così il sociologo Mauro Magatti, dell'Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano, commenta le proteste, gli scioperi e i blocchi
che si stanno verificando in Italia come reazione al carovita e alle iniziative del
governo Monti. 'Il governo ha iniziato un'opera difficile che in qualche modo
taglia la carne sociale di questi Paese' spiega. 'Queste proteste sono l'espressione
di questa ferita, ed è inevitabile che sia così. L'importante è che la ferita non
si trasformi in infezione per responsabilità di altri soggetti che possono sfruttare
il disagio per incancrenire le tensioni sociali'. 'Spostare gli equilibri e le risorse,
da dove si consuma a dove si produce ricchezza per garantire lo sviluppo, è un'operazione
dolorosa' aggiunge Magatti. 'Per attenuare il disagio sociale serve fare in fretta,
fare bene e soprattutto dare il senso di un percorso: dove si sta andando, per raggiungere
che cosa. E soprattutto dare il senso dell'equità. Il governo deve avere la capacità
di far capire che non c'è una sola categoria che paga per tutti e che nessuno è il
capro espiatorio'. 'Tra le tante ragioni che hanno portato l'Italia alla decrescita
- conclude il sociologo - c'è lo stabilizzarsi negli anni di sacche di relativo vantaggio
in cui certe categorie sociali hanno costruito la loro quotidianità. Ora andare a
toccare queste sacche significa andare a toccare la vita quotidiana di queste persone
e delle loro famiglie'. (di Fabio Colagrande)