Il cardinale Cañizares: l’azione di Dio nelle celebrazioni del Direttorio del Cammino
neocatecumenale per l’iniziazione cristiana
Venerdì scorso, nell’udienza in Vaticano di Benedetto XVI a 7000 membri del Cammino
neocatecumenale, è stata resa nota l’approvazione della Santa Sede, delle celebrazioni
liturgiche del Direttorio catechetico che segnano le varie tappe di questa esperienza
ecclesiale di iniziazione cristiana nata in Spagna negli anni ’60 dagli iniziatori
Kiko Arguello e Carmen Hernandez. Si conclude così l’iter per il riconoscimento
del Cammino neocatecumenale dopo approvazione nel 2008 degli Statuti. Ma cosa rappresenta
per la Chiesa l’approvazione di questo Decreto? Roberto Piermarini lo ha chiesto
al Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,
il cardinale Antonio Cañizares
R. – L’approvazione di questo Decreto
sulle celebrazioni liturgiche del Cammino neocatecumenale, contenute nel Direttorio
catechetico, è per tutta la Chiesa un riconoscimento di come l’iniziazione cristiana
deve avere sempre un’unione tra Parola e celebrazioni: è la Parola di Dio, è l’azione
di Dio, è Dio che ci parla e nelle celebrazioni Dio è riconosciuto, Dio agisce e queste
celebrazioni marcano le diverse tappe del Cammino neocatecumenale che sono anche l’itinerario
di ogni iniziazione cristiana. Se noi vediamo nel catecumenato antico come le diverse
tappe sono segnate da celebrazioni specifiche per ciascun momento dell’itinerario,
oggi si fa lo stesso, quindi non sono artificiali, non si tratta di una semplice metodologia
inventata per gli uomini, ma corrispondono all’itinerario della conversione, all’itinerario
della fede, all’itinerario del pieno inserimento della vita cristiana nella Chiesa.
D.
– Come giudica il rapporto tra catechesi e liturgia nel cammino neocatecumenale?
R.
- Penso che il rapporto sia esemplare. Perché alcuni vogliono fare l’iniziazione cristiana
soltanto sulla base della catechesi, di qualcosa cha fa l’uomo e che sia conosciuto
soltanto a livello intellettuale… la fede o la realtà del Credo, degli altri aspetti
della vita cristiana. Quello che accade è che l’iniziazione cristiana è sempre un’azione
della Madre Chiesa dove Dio agisce. La priorità è di Dio: Dio agisce l’uomo risponde.
L’uomo compie un itinerario che deve essere illuminato dalla Parola di Dio, allo stesso
tempo deve essere vissuto come azione di Dio e accoglienza dell’azione di Dio. Questo
nel Cammino neocatecumenale è chiarissimo, è quello che risponde veramente all’iniziazione
cristiana e anche oggi, ancora di più, (con questo Decreto) si sottolinea questo.
Infatti, l’uomo ha la tentazione di credere che tutto sia frutto del suo agire, come
se si trattasse soltanto di inserirsi in una società … No: è la Madre Chiesa che genera
nuovi figli. E come si generano figli nel grembo della Madre Chiesa? Attraverso la
Parola e le celebrazioni.
D. - Spesso quando si parla di liturgia si
parla sempre di individuo, l’uomo e la liturgia. Ma quanto è importante invece la
comunità cristiana nella liturgia, una piccola comunità cristiana come è nel cammino
neocatecumenale?
R. – Quando dico che è la Madre Chiesa, il grembo della
Chiesa dove sono generati i nuovi cristiani, gli uomini nuovi, volevo dire che è la
comunità, che è la Chiesa, presieduta da Pietro, dove si generano nuovi cristiani
e per questo la Parola di Dio, la liturgia e la comunità cristiana sono inseparabili.
Come si fa l’iniziazione cristiana se non si vive nel grembo materno della Chiesa,
della comunità? Come si può vivere quello che Dio ha donato all’uomo non per se stesso,
per l’individuo, ma per viverlo in una nuova realtà che è la realtà dei nuovi figli,
uomini nuovi che sono stati trasformati dalla grazia di Dio? E questa è la vita di
tutta la realtà che è vissuta nel Cammino neocatecumenale. L’iniziazione cristiana
è l’iniziazione di tutta la Chiesa, è l’iniziazione alla fede, l’iniziazione alla
vita morale, l’iniziazione alla liturgia, alla preghiera … e questa è la Chiesa. Quando
si fa l’iniziazione cristiana è la Chiesa stessa che si dona ai catecumeni, e per
questo la realtà della comunità è veramente imprescindibile per realizzare l’iniziazione
cristiana.
D. – Come giudica questo rapporto tra liturgia e Nuova evangelizzazione,
visto che ci stiamo avvicinando al Sinodo su questo tema?
R. – La Nuova
evangelizzazione non è possibile senza liturgia e non è possibile senza l’Eucaristia
che è il centro e il culmine di tutta la liturgia. L’Eucaristia è sempre fonte e culmine
della evangelizzazione e anche della Nuova evangelizzazione. Intendere la Nuova evangelizzazione
come un’opera di propaganda, l’opera di una società religiosa per infondere i suoi
principi e non comprendere la Nuova evangelizzazione come l’azione di Dio che chiama
l’uomo e che dà la grazia e il dono della conversione e della fede, è sbagliato: questo
non è possibile. Non è possibile una nuova evangelizzazione senza liturgia, non è
possibile una Nuova evangelizzazione senza l’Azione di Dio che si attua durante la
liturgia; non è possibile una Nuova evangelizzazione dove la priorità di Dio non sia
veramente sottolineata. La priorità di Dio è la liturgia, è Dio che agisce, è Dio
che prende l’iniziativa, è Dio che salva, è Dio che fa sorgere una nuova creatura,
un uomo nuovo e per questo dobbiamo insistere sempre, sempre sul fatto che la Nuova
evangelizzazione senza liturgia non ha nessun futuro.