Anno europeo del volontariato. Emma Cavallaro: non perdere identità e aprirsi ai giovani
Chiusura ufficiale ieri, a Genova, dell’Anno Europeo del Volontariato. Un bilancio
tra luci ed ombre come ha dichiarato, Emma Cavallaro, presidente della Conferenza
permanente delle Associazioni, Federazioni e Reti di volontariato (Convol), al microfono
di Roberta Gisotti:
R. – Un Anno
Europeo pone comunque all’attenzione un problema, chiede una riflessione. In questo
senso, è stato indubbiamente positivo. Forse, quantomeno in Italia, ci si poteva aspettare
un po’ di più. Alcuni problemi sono stati affrontati, si sono gettati dei semi ed
ora i germi devono essere coltivati e fatti sviluppare.
D. – Ci sono
dei dati o delle stime sul numero di volontari e sulle attività che vengono fatte?
R.
– Stime esatte ce ne sono tante. Credo, però, che la cosa più importante sia guardarsi
intorno e cogliere il valore autentico del volontariato. Il volontariato, di suo,
come prima vocazione, ha quella di creare relazioni. La Carta dei valori del volontariato
dice che è azione gratuita, è espressione del valore della relazione e della condivisione,
è una scuola ed un’espressione di solidarietà, è una pratica di sussidiarietà, è una
partecipazione responsabile, è cittadinanza attiva. Tutto questo, però, non è così
facilmente ‘contabile’ come alcuni servizi che sono evidenti.
D. – Viviamo
tempi di crisi economica e non solo: c’è anche una crisi dei modelli di società dei
Paesi più ricchi, dei paesi leader. Questa crisi economica può dare nuovo slancio
al volontariato?
R. – Da una parte credo che bisogna veramente impegnarsi
per far sì che il welfare torni ad essere una leva per l’innovazione. Dall’altra,
il volontariato si deve difendere per rimanere autenticamente se stesso, perché in
un momento di crisi è facile tentare di schiacciare il volontariato sui servizi. Gli
obiettivi più importanti sono quelli di creare responsabilità, di essere responsabili
per tutti e con tutti, di creare democrazia partecipata. Credo che il volontariato
possa fare molto in questo ambito, peraltro in un momento in cui le difficoltà sono
tante è importante che le relazioni siano forti, stabili e coraggiose.
D.
– A volte si dice che il volontariato non deve togliere posti di lavoro. Questo accade
davvero nella realtà italiana?
R. – Se è volontariato vero no, non accade.
Se, invece, dietro al volontariato si celano altre realtà, sarebbe una situazione
grave che andrebbe verificata. Il volontariato non deve assolutamente togliere posti
di lavoro, proprio perché è qualcosa d’altro. E’ azione gratuita, e gratuità non significa
solo ‘no al denaro’: significa molto di più. E su questo, penso che tutti coloro che
credono nel volontariato e lo fanno, debbano impegnarsi sempre di più.
D.
– Può esservi un collegamento tra l’Anno Europeo del Volontariato, appena concluso,
ed il nuovo Anno Europeo dell’Invecchiamento attivo e dei rapporti tra generazioni,
tenuto conto che siamo anche entrati nell’Anno delle Nazioni Unite, dedicato alle
cooperative?
R. – Certamente, gli Anni europei hanno una loro consequenzialità.
Il precedente era dedicato alla povertà e all’esclusione sociale. Da un certo punto
di vista, abbiamo sempre più bisogno, anche con l’aumento degli anni di vita, che
le persone più adulte trovino anche nel volontariato, una possibilità d’impegno. E’
un momento di realizzazione a servizio degli altri. Dall’altra, ci siamo resi conto
che occorre davvero una capacità di passare ai giovani la staffetta, cosa che in parte
avviene già, ma non quanto dovrebbe. Credo ci sia bisogno di accogliere i giovani
aprendo veramente le nostre organizzazioni e lasciare che possano coinvolgersi nell’organizzazione.
Deve essere una gestione collaborativa ed unitaria e devono esser date loro delle
responsabilità. I giovani arrivano al volontariato per motivi diversi dalla mia generazione:
c’è un libretto interessante, “Il gusto del volontariato” del prof. Andrea Volterrani
che mi sembra abbia colto veramente un modo nuovo con cui i giovani devono essere
avvicinati al volontariato e di come essi si avvicinano al volontariato. (vv)