2012-01-22 09:52:44

Intervento di padre Bentoglio del dicastero dei Migranti agli esperti portoghesi riuniti a Fatima


“Il Portogallo è un Paese di emigrazione e di immigrazione insieme” con flussi recenti di immigrati in arrivo da Brasile, Romania, Capo Verde, Ucraina, Regno Unito e Cina. È il quadro che padre Gabriele F. Bentoglio, sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti, ha delineato nel discorso che questa mattina ha tenuto durante una Conferenza a Fatima. Il rappresentante vaticano – che da ieri è nella cittadina mariana portoghese per una serie di incontri – è intervenuto nell’ambito del 12.mo Incontro di Formazione degli Operatori pastorali per le migrazioni, che si conclude oggi.

Parlando di “Orientamenti pastorali per l’attuale realtà migratoria”, e ricordando come nel solo Portogallo nel 2009 si contavano quasi 500 mila immigrati su un totale di oltre dieci milioni di abitanti nel Paese (cioè il 4,25% della popolazione totale), padre Bentoglio ha spostato la sua riflessione su un piano spirituale e pastorale. “Lo straniero che attraversa le frontiere – ha affermato – ha sete di rapporti nuovi e universali, rendendo attuale il mistero della Pentecoste. Ecco perché le Chiese locali, che devono confrontarsi con una presenza crescente di persone giunte da altre aree geografiche e culturali, non possono rimanere indifferenti”. In effetti, ha proseguito, “il migrante obbliga ciascuno di noi ad ‘emigrare’ da noi stessi verso la comunione e l’universalità. Nell’esperienza di un’accoglienza autentica, la presenza del migrante diventa provvidenziale per tutti”. Dunque, ha concluso padre Bentoglio, “la domanda di fondo della nostra sollecitudine pastorale non è più ‘quale pastorale’ e ‘quale missione’, ma ‘verso quale ecclesiologia’ ci stiamo incamminando, assumendo come banco di prova proprio la pastorale dell’accoglienza”.







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