Un attacco alla libertà di coscienza: così i vescovi Usa sulle disposizioni del governo
pro-contraccettivi e abortivi
Una decisione che attacca la libertà religiosa e di coscienza: così, la Conferenza
episcopale degli Stati Uniti interviene sulla decisione dell’Amministrazione Obama
di obbligare tutte le strutture ospedaliere americane, comprese quelle cattoliche,
a fornire, a partire dal 2013, contraccettivi e prodotti abortivi nei propri programmi
sanitari. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“Il presidente
ci sta dicendo che abbiamo un anno di tempo per trovare un modo per violare le nostre
coscienze”: è quanto affermato dall’arcivescovo di New York e presidente dell’episcopato
statunitense, Timothy Dolan, dopo la decisione dell’Amministrazione Obama di richiedere
che ogni servizio sanitario debba offrire farmaci contraccettivi e prodotti abortivi.
“Obbligare i cittadini americani – sottolinea il futuro cardinale – a scegliere tra
violare le proprie coscienze o rinunciare al servizio sanitario è letteralmente immorale”.
Si tratta, osserva l’arcivescovo Dolan, di “un attacco sia all’accesso ai servizi
sanitari che alla libertà religiosa”. Il governo, avverte l’arcivescovo di New York,
“non dovrebbe obbligare gli americani ad agire come se una gravidanza fosse una malattia
da evitare ad ogni costo”.
“Never before has the federal government
forced individuals …” “Mai prima d’oggi – ha dichiarato ancora l’arcivescovo
Dolan - il governo federale aveva costretto individui ed organizzazioni ad acquistare
un prodotto che violasse le loro coscienze”. Il futuro cardinale ha, quindi, sottolineato
che è necessario far sapere ai leader eletti al Congresso che è urgente “che siano
restaurate la libertà religiosa e la libertà di coscienza”, e che sia dunque respinto
questo provvedimento dell’Amministrazione di Washington.
Questa decisione,
ha dichiarato da parte sua la religiosa francescana Jane Marie Klein, “è un attacco
diretto alla religione e al Primo Emendamento”. Suor Klein, che presiede la “Franciscan
Alliance”, un sistema di 13 ospedali cattolici, ha dichiarato che “centinaia di impiegati”
degli ospedali “sono molto irati e confusi” a causa di questo provvedimento, annunciato
ieri dal segretario alla Salute, Kathleen Sebelius. Anche la “Catholic Health Association”
degli Stati Uniti ha criticato severamente il provvedimento. Il presidente dell’associazione,
suor Carol Keehan, ha affermato che la Casa Bianca “ha perso un’opportunità” per proteggere
adeguatamente la libertà di coscienza. Dal canto suo, il presidente della Caritas
degli Stati Uniti, padre Larry Snyder, si è detto “profondamente deluso” per la scelta
del governo di non ascoltare gli appelli delle istituzioni religiose.