2012-01-21 14:28:46

Messa del cardinale Sodano in ricordo di mons. Giovanni D’Andrea


“Pastore generoso e artefice di pace”: così, citando il messaggio di cordoglio di Papa Benedetto XVI, il cardinale Angelo Sodano ha ricordato i cinquant’anni di servizio alla Chiesa dell’arcivescovo Giovanni d’Andrea, presiedendo all’altare della Cattedra della Basilica di San Pietro una solenne messa di suffragio. Con lui hanno concelebrato il cardinale Giovanni Battista Re e il fratello del defunto, l’arcivescovo Giuseppe De Andrea, oltre ad altri porporati fra i quali Walter Brandmüller, Agostino Cacciavillan, Giovanni Coppa, Paolo Sardi, numerosi arcivescovi e vescovi fra i quali Dominique Mamberti, segretario per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, ed Edwin Frederick O’Brien Pro-Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, molti presbiteri. Hanno assistito i cardinali Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, Carlo Furno e Jean Louis Tauran e altri arcivescovi e vescovi; nonché il Governatore Generale dell’Ordine del Santo Sepolcro, prof. Agostino Borromeo, con membri del Gran Magistero, luogotenenti e centinaia di dame e di cavalieri, un gruppo dei quali, in divisa, aveva vegliato ieri la salma nella chiesa di Santo Stefano degli Abissini ed oggi per i funerali ha prestato servizio d’onore nella Basilica Vaticana. L’arcivescovo Giovanni D’Andrea, come Gran Priore della Luogotenenza per l’Italia Centrale e Sardegna, aveva, infatti, prestato un lungo e generoso servizio in favore dell’Ordine per la Terra Santa. E questo è stato ricordato nell’omelia dal cardinale Sodano che ha sottolineato come suo fratello, l’arcivescovo Giuseppe, accanto a lui nella celebrazione dell’Eucaristia, è attuale assessore dell’Ordine. Ma il Decano del Collegio Cardinalizio, che è stato Segretario di Stato, ha voluto soprattutto evocare lo spirito di servizio e di amore del defunto, nunzio apostolico in Angola, negli anni in cui la nazione era dilaniata dalla guerra fratricida, un impegno per il quale ricevette una speciale testimonianza di gratitudine da Paolo VI che lo aveva colà inviato; e poi l’attività diplomatica, svolta sempre come nunzio, nell’Iran e in Algeria, Tunisia e Libia. Egli era poi stato per un ventennio vicepresidente dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica e per un decennio anche presidente del Consiglio di amministrazione della Libreria Editrice Vaticana. (A cura di Graziano Motta)







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