Malawi: la Chiesa condanna le aggressioni contro le donne
“Atti barbarici”: così la Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale
del Malawi (Cem) bolla le aggressioni perpetrate da alcuni venditori ambulanti nei
confronti di donne che indossavano i pantaloni. Tra mercoledì e giovedì scorso, infatti,
nella capitale, Lilongwe, alcune ragazze con indosso pantaloni o short sono state
circondate, denudate con la forza e derubate. Le aggressioni, probabilmente, sono
state dettate da motivi politici: in Malawi, alle donne è stato proibito portare i
pantaloni fino al 1994, quando cadde il regime del presidente Hastings Kamuzu Banda.
Oggi, la polizia ha arrestato 15 giovani, venditori ambulanti e disoccupati, ritenuti
colpevoli delle aggressioni, mentre duemila donne sono scese in piazza per protestare.
“Non ci sono mai motivi sufficienti e condizioni necessarie – scrive Giustizia e Pace
in una nota – per permettere a qualcuno di trattare le donne in modo così disumano
e traumatizzante”. Simili gesti, continua la Cem, “sono da condannare immediatamente”,
soprattutto perché “siamo nel 21.mo secolo, in cui la legislazione e la politica sostengono
la libertà ed i diritti individuali, specialmente quelli delle donne”. “La Chiesa
cattolica si oppone a qualsiasi cosa offenda la dignità umana – ribadisce Giustizia
e Pace – In questo caso, la violenza contro le donne è un peccato contro l’umanità
intera e un segno di una grave mancanza di rispetto nei confronti dell’immagine di
Dio”, poiché, come si legge nella Genesi, “Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza;
maschio e femmina li creò”. Di qui, l’appello rivolto alle autorità civili perché
regolino il commercio dei venditori ambulanti; ai venditori stessi, perché si assumano
la responsabilità di tali “atti vergognosi”; al governo perché “si mobiliti per garantire
sicurezza e protezione a tutte le donne del Malawi, ponendo immediatamente fine a
simili episodi ed assicurando i colpevoli alla giustizia”. Infine, le donne e le associazioni
femminili vengono incoraggiate “a denunciare categoricamente” altre aggressioni. “Abbiamo
bisogno di cittadini che rispettino le donne incondizionatamente – conclude Giustizia
e Pace – Rendiamo il Paese sicuro per tutte le persone, a prescindere da sesso, razza
e credo”. (I.P.)