2012-01-21 13:21:04

Italia. Governo: con le liberalizzazioni il Paese fuori dalla crisi. L'opinione delle Acli


Per il governo, il decreto sulle liberalizzazioni permetterà di far uscire il Paese dalla recessione. Il Prodotto interno lordo potrebbe aumentare dell’11 per cento, l’occupazione e i salari dell’8 per cento, i salari di quasi il 12 per cento. Sostegno all’azione dell’esecutivo arriva da Pdl, Pd e Confindustria. Per il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, però la liberalizzazione degli orari dei negozi "potrebbe portare guai“. Alessandro Guarasci ha sentito l’opinione del presidente delle Acli, Andrea Olivero:RealAudioMP3

R. – Dovremo vedere alla prova dei fatti. Certamente ci sono alcuni elementi molto interessanti perché indicano la prospettiva di nuovo lavoro per i giovani, quindi su questo siamo soddisfatti. Forse c’è un po’ troppa enfasi rispetto ad alcune parti di questi provvedimenti perché bisognerà poi verificare attentamente nelle prossime settimane se davvero riescono ad aprire al mercato e non sono soltanto modalità per passare da una oligarchia ad un’altra, da una gestione ristretta ad un’altra gestione ristretta. Purtroppo, siamo un po’ prevenuti, ma quando si è parlato di liberalizzazioni in Italia, quasi sempre, si sono visti aumenti di tariffe, si sono visti nuovi cartelli e non invece nuove possibilità per i cittadini.

D. - Però diverse categorie in questo momento sono in subbuglio. C’è il rischio di uno scontro sociale, secondo lei?

R. - Il rischio c’è, soprattutto perché vediamo che si uniscono - legittimi o meno – i gruppi di potere e di rappresentanza di lobbies forti, con un disagio crescente invece di gente che fatica a sbarcare il lunario, ad arrivare a fine mese. Questa cosa può diventare una miscela esplosiva e bisogna stare molto attenti. Ricordiamoci che c’è grande differenza tra la serrata dei farmacisti o i blocchi dei tassisti e invece l’esasperazione di chi non ha i soldi per arrivare a fine mese, di chi vede chiudere la propria impresa o che fatica a portare avanti la propria attività per i costi eccessivi del carburante.

D. – La crisi sarà anche al centro del vostro congresso a maggio. Ora è il momento di ricostruire il Paese ...

R. – Sì, dobbiamo ricostruire il Paese. Noi abbiamo questo compito perché dobbiamo credere nella possibilità di farlo e dobbiamo andare a dare un nuovo assetto sia istituzionale ma anche civile all’Italia. Per farlo dobbiamo rigenerare la nostra società. Ancora una volta non dobbiamo dimenticarci delle parole di Giovanni Paolo II: non ci può essere vero cambiamento, nemmeno nell’ambito sociale, senza la conversione. Come organizzazioni sociali dobbiamo, innanzitutto, domandarci come andare a convertire il nostro modo di stare insieme. (bf)







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