2012-01-20 11:28:30

Nei cinema "E ora dove andiamo?": l'ironia delle donne libanesi che disarma la violenza degli uomini


Tra commedia e tragedia, la libanese Nadine Labaki ha girato un film in cui protagoniste sono un gruppo di donne cristiane e musulmane, che in un villaggio tentano con ogni mezzo di salvare la pace nella loro comunità. “E ora dove andiamo?” – questo il film da oggi nelle sale italiane dopo il grande successo in Libano - con ironia e leggerezza denuncia la follia della guerra e dell’intolleranza religiosa. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

Rachele, come aveva predetto Geremia, piange in Rama per i suoi figli, che non sono più. Le madri del Libano, nella storia, ancora oggi piangono per i loro, trucidati da una guerra folle. Sono coraggiose e determinate. "E ora dove andiamo?" della libanese Nadine Labaki nasce da questo dolore. Tutto si svolge in un villaggio sperduto nelle montagne, in un'epoca e un luogo imprecisati, ove un gruppo di donne cristiane e musulmane uniscono le loro forze e la loro furbizia per fermare il germe dell'odio e della guerra che serpeggia tra i loro uomini. Senza alla fine sapere esattamente dove porteranno le loro azioni. Abbiamo chiesto a Nadine Labaki se pensa che le donne possano meglio degli uomini essere operatrici di pace:

R. - Yes I do belive that women can go beyond conflict…
Certo, io credo che le donne possano andare oltre un conflitto. Penso che le donne abbiano molto da perdere. Vede, noi siamo quelle che danno la vita, noi siamo quelle che abbiamo paura di vedere gli esseri umani cui abbiamo dato la vita esserci portati via o morire per colpa della guerra. E io ho visto donne in Libano, proprio perché vivo in un posto dove ci sono state molte guerre, che hanno vestito di nero fino a oggi, vent’anni dopo la guerra sono ancora in lutto. Io le ammiro e mi domando come possano essere sopravvissute, come possano svegliarsi alla mattina e mettersi i loro vestiti e andare avanti.

D. - Lei ha iniziato a scrivere il film in un momento particolare della sua vita…

R. - Because at that time I was pregnant….
Perché in quel momento ero incinta, quando ho scritto questo film. C’erano anche molti eventi politici in Libano che portavano la gente a imbracciare di nuovo le armi, gli uni contro gli altri, e pensavo a questo bambino che sarebbe nato e mi preoccupavo di quale sarebbe stato questo mondo in cui sarebbe cresciuto, avrebbe anche lui un giorno preso un’arma, sarebbe andato in strada per uccidere qualcuno, come gli altri stavano facendo? Così tutta la storia inizia con quella di una madre che avrebbe fatto tutto quello che poteva per impedire al figlio di prendere un’arma e poi si è sviluppata nella storia di un intero villaggio, dove le donne avrebbero fatto qualsiasi cosa in loro potere per impedire la guerra.







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