Naufragio della Concordia: interrotte stamattina le ricerche per il maltempo
Proseguite ieri le ricerche dei dispersi e le operazioni per mettere in sicurezza
il natante. Oggi nuovo stop alle operazioni a causa della perturbazione che sta per
interessare il centro-Italia. Si sta cercando di mettere in sicurezza il relitto,
che si sta muovendo verso fondali più profondi. Intanto, il comandante, Schettino,
è da stato sospeso dalle funzioni, mentre oggi il Consiglio dei ministri approverà
il decreto sulle rotte a rischio. E sull’isola si è recato ieri mons. Guglielmo Borghetti,
vescovo di Orbetello. Il presule ha benedetto il relitto, per coloro che speriamo
di ritrovare vivi – ha spiegato – e per coloro che sono già nelle mani del Padre”.
Ascoltiamo mons. Borghetti al microfono di Luca Collodi: R. – Nella tragedia
è stato rincuorante assistere a questa gara di solidarietà, di vicinanza, di attenzione.
Io ho seguito la situazione fin dal momento in cui è sorta. Il parroco dell’Isola
del Giglio mi ha telefonato nel momento in cui stava accadendo la cosa, quando ancora
non era ben chiaro che cosa fosse effettivamente successo, chiedendomi l’autorizzazione
di aprire la chiesa. Ed io gli ho detto: “Figuriamoci”. Immaginiamoci se non sia giusto
aprire la chiesa! Da lì poi siamo andati avanti, restando permanentemente in contatto,
fino a quando poi nella tarda mattinata del sabato i naufraghi sono stati trasferiti
a Porto Santo Stefano, dove anche lì c’è stata una splendida attenzione da parte del
nostro volontariato, sia delle parrocchie locali che della Caritas diocesana. Questa
gente dell’Isola del Giglio non ha avuto timore di aprire le case, anche durante la
notte, e di accogliere questi naufraghi e dar loro un primo conforto, mettere loro
addosso una coperta, dare un qualcosa di caldo. E’ stata una nota di luce in una notte
molto buia per tanti aspetti.
D. – Da dove nasce, secondo lei, questa forza
della solidarietà? Forse da una piccola comunità che ancora mantiene e crede in alcuni
valori? R. – Sì, gli abitanti dell’Isola del Giglio hanno questa connotazione.
Potremmo dire che l’accoglienza, la solidarietà, l’affabilità, lo spirito di ospitalità
ce l’hanno nel loro Dna e vorrei aggiungere anche grazie a profonde radici religiose.
Sotto questo aspetto il Giglio è ancora un’isola “felice”. Ci sono delle tradizioni
religiose che veramente caratterizzano la struttura delle personalità degli abitanti
di quest’isola. L’evento cristiano tocca da generazioni a generazioni il cuore di
queste persone. Io credo che questo ingrediente giochi parecchio: sentirsi appartenenti
a una comunità cristiana da secoli.(ap)