Scioperi per le liberalizzazioni. Domani l'approvazione in Cdm
Lo sciopero di 7 giorni dei gestori dei distributori di benzina aderenti a Figisc
e Anisa, annunciato nel primo pomeriggio, potrebbe essere revocato, in attesa del
decreto definitivo sulle liberalizzazioni che uscirà dal consiglio dei ministri di
domani. Nel corso della riunione di oggi, infatti, le due associazioni hanno deciso
di non procedere alla proclamazione effettiva visto che i punti del decreto da loro
osteggiati, come l'eliminazione dell'esclusiva per i gestori, sarebbero stati eliminati.
E sarebbero positivi anche i segnali che arrivano dall’incontro tra il governo e i
rappresentanti dei tassisti, ma i lavoratori del settore non ci stanno. Anche oggi
hanno protestato contro il decreto liberalizzazioni e sono determinati a non recedere
dalle loro richieste. Secondo le anticipazioni, il governo domani dovrebbe annunciare
una stretta sui costi delle assicurazioni, orari liberi per negozi e farmacie, interventi
su edicole e benzinai. Benedetta Capelli ha intervistato Roberto Bolzonaro,
vicepresidente del Forum delle associazioni familiari:
R. - Ci
sono due aspetti da prendere in considerazione: il primo, è l’effetto che avranno
queste misure sulle famiglie dei lavoratori o delle persone coinvolte in primis dalla
liberalizzazione, mi riferisco alle categorie economiche quindi tassisti, gli ordini
professionali, farmacisti…Ci sono delle implicazioni ovviamente al ribasso. Quindi
una liberalizzazione porterà comunque degli scompensi per alcune categorie più deboli,
però dall’altra parte se una liberalizzazione viene fatta bene, dovrebbe contribuire
all’abbattimento o per lo meno all’abbassamento in generale dei costi dei generi che
vengono venduti, dei servizi che vengono forniti, come ad esempio i costi dei farmaci
o dei prodotti che sono normalmente venduti in farmacia. Questo in linea teorica,
bisogna vedere se poi queste manovre sono fatte, seguite e controllate in maniera
corretta da chi di dovere deve controllarle.
D. - Più liberalizzazione
significa anche una possibilità di crescita di posti di lavoro?
R. -
Probabilmente si. È chiaro che è tutto un equilibrio. La liberalizzazione dovrebbe
favorire l’azione del marcato, allora è chiaro che ci vuole il controllo, il grosso
problema è sempre quello, un problema di controllo e di legislazione. In ogni caso
io sono convinto che la liberalizzazione dovrebbe - se fatta bene ripeto - abbattere
un po’ i costi, o per lo meno renderli un po’ più bassi, e dovrebbe anche allargare
la platea di chi può effettivamente usufruire di queste liberalizzazioni quindi un
maggior numero di punti vendita del farmaco, un maggior numero di professionisti che
possono applicare tariffe concorrenziali. Entrare dunque nel mercato bypassando quelle
che posso essere delle lobby costituite e che possono vincolare comunque l’accesso
di altri giovani ormai tagliati fuori da un sistema rigido come quello attuale.
D.
- Per quanto riguarda invece, ad esempio, l’apertura dei negozi, il fatto che ci sarà
più flessibilità negli orari...
R. - Sono del parere che la liberalizzazione
sfrenata dell’apertura dei negozi sia un qualcosa che va a danneggiare soprattutto
il tempo della famiglia. Mi riferisco sia ai piccoli rivenditori, piccoli negozi che
temo saranno costretti, per sorreggere il peso della concorrenza della grande distribuzione,
a sottoporsi a stress di turni incredibili dedicando inevitabilmente meno tempo alla
famiglia - questo è un dato decisamente negativo - sia anche per la grande distribuzione.
Poi tra l’altro i luoghi di socializzazione diventano i supermercati, i grandi centri
commerciali e questo non è il massimo. Quindi, dal punto di vista della liberalizzazione
degli orari dei negozi, andrei molto più cauto; darei degli orari diversi con una
certa flessibilità, perché è giusto dare flessibilità, però manterrei comunque delle
linee ben precise, per evitare queste situazioni che vanno a danneggiare soprattutto
il tempo della famiglia.(bi)