2012-01-19 12:43:29

Qumran, nuove ricerche sul sito archeologico: in partenza una missione italiana


Dal giorno della sua scoperta casuale nel 1947, il sito di Qumran, in cui furono ritrovati i cosiddetti “rotoli del Mar Morto”, ha assunto un’enorme importanza dal punto di vista storico e degli studi biblici, ma anche da quello spirituale. Nei prossimi mesi sarà un’équipe archeologica italiana, incaricata dall’Ecole Biblique di Gerusalemme, a condurre nuove indagini sul sito. Ce ne parla Davide Maggiore: RealAudioMP3

Compito della missione italiana sarà quello di raccogliere elementi ulteriori – e potenzialmente innovativi - sulla funzione storica del sito, che nell’interpretazione più diffusa è considerato la sede della comunità religiosa degli Esseni. Gli archeologi studieranno, in particolare, le ceramiche, tra cui le anfore in cui furono conservati i celebri rotoli con testi religiosi e dell’Antico Testamento. Una direzione di ricerca finora poco esplorata, di cui spiega l’importanza Lorenzo Nigro, coordinatore della missione archeologica dell’Università “La Sapienza” in Giordania e Palestina:

“La prospettiva scelta dagli studiosi dell’Ecole biblique di Gerusalemme è quella di rivolgersi alla cultura materiale per interpretare bene questo contesto in modo da avere una fonte indipendente di ricerca, cioè la ceramica, che è l’ultimo dei materiali, ma anche il più diffuso, che l’archeologo trova e per lui diventa un ulteriore fonte di informazione, fondamentale per capire poi la cronologia e tutti i problemi che sono collegati”.

E non è solo sotto l’aspetto della datazione che si potranno raggiungere conclusioni significative, prosegue Marcello Fidanzio, che del progetto su Qumran è il responsabile:

“Quando padre Lagrange, il fondatore dell’Ecole biblique, è andato a Gerusalemme per cominciare questa esperienza, il suo scopo era quello di mettere insieme monumento e documento, quindi leggere la Bibbia nella terra della Bibbia, leggere la Bibbia nel suo ambiente. La ricerca che noi oggi facciamo su Qumran è una ricerca sull’archeologia, quindi sul contesto antropologico, sulle pietre e su quanto anche le pietre ci insegnano sulla vita di quegli uomini. Tutto questo ci aiuterà a comprendere meglio il mondo biblico e il vissuto religioso di un periodo che è quello in cui al termine è nato il Nuovo Testamento, in cui Paolo predicava alle sue comunità e sono stati scritti i Vangeli”.

Studiare il sito di Qumran significa quindi anche confrontarsi con tematiche spirituali, oltre che culturali. E’ancora Fidanzio ad approfondire questa doppia dimensione:

“L’interesse è sempre, attraverso la cultura e l’intelletto, poter nutrire l’esperienza spirituale. Dobbiamo, però, dire che questo non va assolutamente a detrimento del profilo scientifico della ricerca. Noi dobbiamo usare una terminologia rigorosa e permettere alla comunità degli studiosi di confrontarsi con le acquisizioni a cui arriveremo”.








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