Qumran, nuove ricerche sul sito archeologico: in partenza una missione italiana
Dal giorno della sua scoperta casuale nel 1947, il sito di Qumran, in cui furono ritrovati
i cosiddetti “rotoli del Mar Morto”, ha assunto un’enorme importanza dal punto di
vista storico e degli studi biblici, ma anche da quello spirituale. Nei prossimi mesi
sarà un’équipe archeologica italiana, incaricata dall’Ecole Biblique di Gerusalemme,
a condurre nuove indagini sul sito. Ce ne parla Davide Maggiore:
Compito
della missione italiana sarà quello di raccogliere elementi ulteriori – e potenzialmente
innovativi - sulla funzione storica del sito, che nell’interpretazione più diffusa
è considerato la sede della comunità religiosa degli Esseni. Gli archeologi studieranno,
in particolare, le ceramiche, tra cui le anfore in cui furono conservati i celebri
rotoli con testi religiosi e dell’Antico Testamento. Una direzione di ricerca finora
poco esplorata, di cui spiega l’importanza Lorenzo Nigro, coordinatore
della missione archeologica dell’Università “La Sapienza” in Giordania e Palestina:
“La
prospettiva scelta dagli studiosi dell’Ecole biblique di Gerusalemme è quella di rivolgersi
alla cultura materiale per interpretare bene questo contesto in modo da avere una
fonte indipendente di ricerca, cioè la ceramica, che è l’ultimo dei materiali, ma
anche il più diffuso, che l’archeologo trova e per lui diventa un ulteriore fonte
di informazione, fondamentale per capire poi la cronologia e tutti i problemi che
sono collegati”.
E non è solo sotto l’aspetto della datazione che si
potranno raggiungere conclusioni significative, prosegue Marcello Fidanzio,
che del progetto su Qumran è il responsabile:
“Quando padre Lagrange,
il fondatore dell’Ecole biblique, è andato a Gerusalemme per cominciare questa esperienza,
il suo scopo era quello di mettere insieme monumento e documento, quindi leggere la
Bibbia nella terra della Bibbia, leggere la Bibbia nel suo ambiente. La ricerca che
noi oggi facciamo su Qumran è una ricerca sull’archeologia, quindi sul contesto antropologico,
sulle pietre e su quanto anche le pietre ci insegnano sulla vita di quegli uomini.
Tutto questo ci aiuterà a comprendere meglio il mondo biblico e il vissuto religioso
di un periodo che è quello in cui al termine è nato il Nuovo Testamento, in cui Paolo
predicava alle sue comunità e sono stati scritti i Vangeli”.
Studiare
il sito di Qumran significa quindi anche confrontarsi con tematiche spirituali, oltre
che culturali. E’ancora Fidanzio ad approfondire questa doppia
dimensione:
“L’interesse è sempre, attraverso la cultura e l’intelletto,
poter nutrire l’esperienza spirituale. Dobbiamo, però, dire che questo non va assolutamente
a detrimento del profilo scientifico della ricerca. Noi dobbiamo usare una terminologia
rigorosa e permettere alla comunità degli studiosi di confrontarsi con le acquisizioni
a cui arriveremo”.