Rapiti due sacerdoti cattolici in Nord Sudan. Per la polizia è opera di miliziani
del Sud
Due sacerdoti cattolicisono stati rapiti nel Nord Sudan, nella città di Rabak, situata
a sud della capitale Khartoum. Si tratta del parroco della Chiesa di Santa Josephine
Bakhita e del suo assistente. L’episodio è avvenuto domenica scorsa. Il servizio è
di Eugenio Bonanata:
I rapitori
hanno promesso di liberare i due ostaggi ieri sera, ma finora non lo hanno fatto.
Gli ultimi sviluppi della vicenda sono contenuti in un comunicato dell’agenzia Fides,
che cita fonti dell’arcivescovato di Khartoum. A diffondere la notizia del sequestro
è stato il vescovo ausiliare della capitale, mons. Daniel Adwork Kur, attraverso una
dichiarazione rilasciata alla Fondazione di diritto pontificio "Aiuto alla chiesa
che soffre". Per la polizia, si è opera di miliziani del Sud Sudan. Ne è convinto
anche un religioso ben informato sulla situazione nel paese che ai nostri microfoni
preferisce mantenere l’anonimato per ragioni di sicurezza:
“Fondamentalmente
sono scontenti per la situazione politica che si è creata nel Sud. Probabilmente,
sentono che le regioni dove vivono sono marginalizzate o non considerate abbastanza
dall’attuale governo e, quindi, organizzano una specie di ribellione interna: reclutano
persone con rapimenti oppure, attraverso questi rapimenti, chiedono poi riscatti.
O ancora, prendono dei beni che gli sono utili per i loro obiettivi”.
Tuttavia,
non c’è accordo unanime sulla motivazione politica che chiama in causa l’instabilità
interna del giovane stato del Sud Sudan e le vecchie ruggini con il Khartoum. Il dato
certo è che, ultimamente, in Nord Sudan stanno aumentando le notizie di rapimenti
ed altri episodi di violenza.