2012-01-18 08:38:24

Niger: solidarietà dell’arcivescovo di Niamey alle vittime di attacchi anticristiani in Nigeria


Solidarietà ai nigeriani vittime di attacchi anti-cristiani, appello al dialogo interreligioso, allarme per gli estremisti del movimento islamico Boko Haram: su queste tre linee si muove la lettera scritta da mons. Michel Cartatéguy, arcivescovo di Niamey, in Niger. Alla fine di dicembre, il presule si è recato in visita ufficiale in Nigeria, insieme ad una delegazione di autorità politiche e di esponenti dell’Associazione islamica del Niger, per ribadire la vicinanza tra i due Paesi africani e portare conforto alle vittime dei massacri perpetrati dai Boko Haram subito dopo Natale. Violenze che, purtroppo, non sembrano avere fine: è di questa mattina la notizia di altre cinque vittime nel nord della Nigeria. Nella lettera pubblicata nei giorni scorsi, mons. Cartatéguy sottolinea “le relazioni fraterne tra i cristiani ed i musulmani della Nigeria e del Niger”, ma si dice, al tempo stesso, preoccupato “per le correnti estremiste che guadagnano terreno in Niger”. L’arcivescovo di Niamey afferma che gli stessi musulmani sono scioccati dalle violenze compiute dai Boko Haram: “Ai nostri occhi, sia di cristiani che di musulmani – scrive – portatori di messaggi di pace, rispetto e tolleranza, come ci insegna Dio, questi estremisti manipolati da ideologie distruttive non possono in alcun modo richiamarsi a Dio”. “Le barbarie senza nome – prosegue la lettera – non trovano alcuna giustificazione da nessuna parte, men che mai nei libri dei Santi”. Ribadendo, poi, come i Boko Haram ed altre correnti estremiste mirino a mettere in discussione i buoni rapporti esistenti generalmente tra i cristiani ed i musulmani dell’Africa subsahariana, mons. Cartatéguy testimonia la solidarietà delle autorità musulmane nei confronti dei cristiani e la loro volontà di mantenere rapporti fraterni. Nella sua lettera, infatti, il presule riporta le parole degli esponenti dell’Associazione islamica del Niger che dicono: “Dobbiamo stare attenti e combattere insieme coloro che ci vogliono dividere. Dobbiamo rimanere uniti, altrimenti coloro che mirano a separarci potrebbero approfittare della nostra debolezza per metterci gli uni contro gli altri. Cristiani e musulmani, siamo nelle stesse condizioni e non dobbiamo scoraggiarci”. La missiva dell’arcivescovo di Niamey termina quindi con una preghiera: “Ho pregato perché vinca il perdono e non la vendetta – scrive il presule – anche se ciò sembra impossibile dopo queste violenze”, perché “il vero perdono porta alla pace ed essa trasforma le vittime ed i nemici di una volta in fratelli e sorelle”. (I.P.)







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