Genova: lettera del cardinale Bagnasco alla diocesi sulla famiglia
Si intitola "Il dono della fiducia" la Lettera che il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo
di Genova e presidente Cei, ha indirizzato alla diocesi per l'anno pastorale 2011-2012.
La Lettera, come recita il sottotitolo, sviluppa il tema della "educazione in famiglia"
e si innesta nel contesto pastorale del decennio sull'educazione. "Il bisogno di fiducia
fa parte dell'uomo" scrive il porporato e "la fiducia ha la sua originaria sorgente
in Dio: è Dio che, donandoci il Figlio Gesù, ci rivela quanto ogni uomo è importante
per il suo cuore, quanto siamo preziosi ai suoi occhi. In sostanza, ci dona amore
e fiducia". Tuttavia - riferisce l'agenzia Sir - è "nello sviluppo educativo umano"
che "il bambino fa la primissima esperienza di fiducia in famiglia". Purtroppo, ha
aggiunto, "la cultura nella quale viviamo non ci aiuta, anzi, è di ostacolo" perché
"tende a corrodere il modo di concepire la vita, la famiglia, il lavoro, il senso
del dovere e di Dio. E i segnali dello smarrimento sono evidenti. Interrogativi sempre
più pressanti pesano su tutti, specialmente sui giovani". "Come cristiani - ribadisce
il porporato - non possiamo stare a guardare! Ecco perché i vescovi italiani hanno
messo al centro del decennio pastorale l'impegno per l'educazione". Il cardinale ha
poi precisato che "il primo e fondamentale luogo dove si educa è la famiglia", che
"i genitori sono i primi e insostituibili educatori dei figli per diritto naturale"
e che "la Chiesa e lo Stato devono affiancarsi ma non sostituirsi in questo diritto-dovere
insito nella generazione". Il cardinale Bagnasco ha poi ricordato che "nel nostro
Paese, nonostante tutto, la famiglia rappresenta ancora un punto di riferimento decisivo"
anche se "esistono tendenze che mirano a cambiare il volto della famiglia, rendendola
un soggetto plurimo e mobile, senza il sigillo oggettivo del matrimonio". Ma, ha domandato:
"Una realtà variabile e provvisoria può offrire sicurezza? E i figli non hanno forse
diritto a qualunque sacrificio pur di tenere salda e stabile la coppia e la famiglia?
Non è forse questo l'atto d'amore e di educazione più grande che i genitori possono
fare? E anche il loro preciso dovere?". "Per questo - ha concluso - la società deve
stimare, salvaguardare e sostenere in ogni modo il bene primario della famiglia, per
cui un uomo e una donna si scelgono nell'amore e si consacrano totalmente e per sempre
l'uno all'altra con il vincolo del matrimonio". (R.P.)