L'Unicef e l'azione umanitaria per i bambini di Haiti: aiutati in 750 mila, ma servono
altri fondi
Due anni dopo il terremoto che colpì crudelmente Haiti, sono 750 mila i bambini aiutati
dall’Unicef a tornare a scuola: in circa 80 mila adesso frequentano le classi nelle
193 scuole sicure e antisismiche costruite dall'organizzazione. Nel recente Rapporto
pubblicato dall’agenzia Onu per l’infanzia, oltre ai risultati conseguiti – tra cui
un rafforzamento della protezione giuridica per i minori ospitati negli istituti –
l’Unicef ha lanciato un appello per il 2012 per oltre venti milioni di dollari. È
questa la stima per coprire il fabbisogno umanitario a sostegno dei bambini più vulnerabili
per ciò che riguarda salute, nutrizione, acqua e servizi igienico-sanitari, istruzione
e protezione dell'infanzia. Lev Sordi ne ha parlato con Paola Bianchi
di Unicef Italia: R. – I bambini
vittime del terremoto, che hanno sofferto una condizione di distacco dalla famiglia,
piuttosto che dalla successiva epidemia di colera, sono rimasti fortemente malnutriti.
Sono 4 milioni e 300 mila. Dei tanti minori che sono sempre il maggior numero delle
vittime, 13 mila e 400 bambini sono stati ospitati e sono stati anche registrati.
Questo siamo stati in grado di farlo, ma la situazione attualmente è ancora molto
critica e rimangono ancora grandi attività da compiere, in accordo con le altre organizzazioni
e le altre ong, ma soprattutto con il nuovo governo che già ha fatto grandi passi
in termini di tutela dell’infanzia.
D. – Qual è la situazione in termini
degli aiuti internazionali per l’infanzia?
R. – Per il 2012, l’Unicef
ha lanciato un appello per raccogliere 24 milioni di dollari per i bisogni umanitari
immediati, ma sarà necessario un altro sostegno molto importante di ulteriori 30 milioni
di dollari per l’assistenza allo sviluppo nel lungo periodo, per il quale l’Unicef
ha lanciato un appello e per il quale ancora è possibile donare.
D.
– Cosa avete fatto come Unicef sino ad ora per i bambini?
R. – Siamo
intervenuti innanzitutto con programmi di intervento sulla salute. Sono stati istituiti
oltre 650 centri di accoglienza per i bambini e poi circa 3000 bambini sono stati
ricongiunti con le loro famiglie e sono stati avviati 314 programmi che tendono a
riportare i bambini alla vita normale, dall’istruzione, all’alimentazione, alla salute
e alla protezione.
D. – Quali progetti avete programmato per il 2012?
R.
- Il più grande dei progetti è quello della protezione, ovviamente, in cui i bambini
devono essere tutelati. Poi, anche grazie alla sottoscrizione da parte del nuovo governo
di Haiti della convenzione dell’Aia che regolamenta le adozioni, chiaramente anche
da un punto di vista legislativo siamo messi nella condizione di pensare che la tutela
dell’infanzia possa essere garantita e assicurata anche dall’intervento del governo.
Ovviamente, le priorità immediate rimangono sempre la salute, l’alimentazione, l’educazione,
la tutela e il ricongiungimento con le famiglie. (bf)