2012-01-16 15:31:23

L'Unicef e l'azione umanitaria per i bambini di Haiti: aiutati in 750 mila, ma servono altri fondi


Due anni dopo il terremoto che colpì crudelmente Haiti, sono 750 mila i bambini aiutati dall’Unicef a tornare a scuola: in circa 80 mila adesso frequentano le classi nelle 193 scuole sicure e antisismiche costruite dall'organizzazione. Nel recente Rapporto pubblicato dall’agenzia Onu per l’infanzia, oltre ai risultati conseguiti – tra cui un rafforzamento della protezione giuridica per i minori ospitati negli istituti – l’Unicef ha lanciato un appello per il 2012 per oltre venti milioni di dollari. È questa la stima per coprire il fabbisogno umanitario a sostegno dei bambini più vulnerabili per ciò che riguarda salute, nutrizione, acqua e servizi igienico-sanitari, istruzione e protezione dell'infanzia. Lev Sordi ne ha parlato con Paola Bianchi di Unicef Italia: RealAudioMP3
R. – I bambini vittime del terremoto, che hanno sofferto una condizione di distacco dalla famiglia, piuttosto che dalla successiva epidemia di colera, sono rimasti fortemente malnutriti. Sono 4 milioni e 300 mila. Dei tanti minori che sono sempre il maggior numero delle vittime, 13 mila e 400 bambini sono stati ospitati e sono stati anche registrati. Questo siamo stati in grado di farlo, ma la situazione attualmente è ancora molto critica e rimangono ancora grandi attività da compiere, in accordo con le altre organizzazioni e le altre ong, ma soprattutto con il nuovo governo che già ha fatto grandi passi in termini di tutela dell’infanzia.

D. – Qual è la situazione in termini degli aiuti internazionali per l’infanzia?

R. – Per il 2012, l’Unicef ha lanciato un appello per raccogliere 24 milioni di dollari per i bisogni umanitari immediati, ma sarà necessario un altro sostegno molto importante di ulteriori 30 milioni di dollari per l’assistenza allo sviluppo nel lungo periodo, per il quale l’Unicef ha lanciato un appello e per il quale ancora è possibile donare.

D. – Cosa avete fatto come Unicef sino ad ora per i bambini?

R. – Siamo intervenuti innanzitutto con programmi di intervento sulla salute. Sono stati istituiti oltre 650 centri di accoglienza per i bambini e poi circa 3000 bambini sono stati ricongiunti con le loro famiglie e sono stati avviati 314 programmi che tendono a riportare i bambini alla vita normale, dall’istruzione, all’alimentazione, alla salute e alla protezione.

D. – Quali progetti avete programmato per il 2012?

R. - Il più grande dei progetti è quello della protezione, ovviamente, in cui i bambini devono essere tutelati. Poi, anche grazie alla sottoscrizione da parte del nuovo governo di Haiti della convenzione dell’Aia che regolamenta le adozioni, chiaramente anche da un punto di vista legislativo siamo messi nella condizione di pensare che la tutela dell’infanzia possa essere garantita e assicurata anche dall’intervento del governo. Ovviamente, le priorità immediate rimangono sempre la salute, l’alimentazione, l’educazione, la tutela e il ricongiungimento con le famiglie. (bf)








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