Giornata per il dialogo fra cattolici ed ebrei sul tema "Non uccidere"
Domani si celebra la Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo fra
cattolici ed ebrei. Quest'anno, il tema dell'evento, nato da un’intuizione della Conferenza
episcopale italiana, è “Non uccidere”. Su questa Giornata si sofferma, al microfono
di Amedeo Lomonaco, il vescovo di Pistoia, mons. Mansueto Bianchi, presidente
della Commissione per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della Cei:
R. – Mi pare
una tematica di estrema attualità, perché il ventaglio del “Non uccidere” abbraccia
la vicenda della vita, dal sorgere al tramonto dell’esistenza stessa. Dunque è una
tematica su cui la responsabilità e l’impegno delle due religioni figlie di Abramo,
l’ebraismo e il cristianesimo, e il cattolicesimo in particolare, sono chiamate a
delle grandi sfide. E non sono soltanto sfide religiose, ma sono sfide etiche che
riguardano la coscienza delle persone: allora il "non uccidere" è l’impegno al rispetto
della vita, è l’impegno alla promozione della vita e anche la sfida culturale a guardare
alla vita come ad un dono, a una risorsa.
D. – Il comandamento “Non
Uccidere” unisce cristiani ed ebrei, ma ci sono anche altri punti di convergenza.
Come procede il dialogo tra ebrei e cattolici?
R. – Direi che è un dialogo
che è estremamente utile e necessario. Ed è anche impegnativo da parte delle due esperienze
religiose. E’ un dialogo che merita anche qualche fatica, merita anche qualche impegno
per superare – diciamo – delle distonie che, momentaneamente, possono affacciarsi.
Dunque credo che il percorso vada giudicato nel suo insieme, nella sua complessità
e direi che, sotto questo aspetto, è veramente un itinerario che avanza. Ed è anche
una sintonia che cresce tra queste due esperienze religiose. L’importante è non perdere
di vista il respiro largo di queste vicende, la profondità e la lunghezza di questi
percorsi e non lasciarsi troppo condizionare da vicende o da avvenimenti che potrebbero
gettare dei coni d’ombra su quello che stiamo facendo. Sono comunque dei momenti,
degli episodi che non ricoprono il cielo e l’orizzonte del dialogo ebraico-cristiano.
(mg)