Canada: dedicata alle popolazioni autoctone una sezione del sito web dei vescovi
Il 12 gennaio, in occasione della festa di Santa Margherita Bourgeoys, che dedicò
la propria vita all’educazione e alla cura dei bambini autoctoni del Canada, la Conferenza
episcopale canadese ha inaugurato una nuova sezione del proprio sito Internet intitolata
“La Chiesa cattolica e le popolazioni autoctone in Canada”. “Questa nuova pagina web
– informa una nota – vuole fare memoria di una storia comune e di alcune tradizioni
correlate tra loro, anche per mettere in luce ciò che si vive attualmente sul piano
pastorale con i popoli nativi”. Suddivisa in più sezioni, la nuova pagina web offre
la consultazione dei testi della Santa Sede e delle udienze con il Papa; informa sulle
iniziative cattoliche canadesi e sulle attività promosse dal Consiglio autoctono del
Canada, in particolare sulla Giornata nazionale di preghiera per i popoli autoctoni
che ricorre il 12 dicembre. Una sezione speciale è infine dedicata a Kateri Tekakwhita,
la prima nativa americana ad essere beatificata da Giovanni Paolo II nel 1980. La
nuova pagina web, quindi, “costituisce una biblioteca virtuale importante per le persone
interessate a rileggere tale storia comune, guardando sia agli episodi più difficili
che ai momenti di riconciliazione e ai progetti portatori di speranza”. “La Chiesa
cattolica – si legge ancora nel sito Internet – ha avuto una sollecitudine ed un’attenzione
particolare per gli autoctoni e molti di loro sono divenuti membri stessi della Chiesa.
Essa ha camminato a fianco dei nativi, ha condiviso le loro gioie, le loro sofferenze
e le loro aspirazioni, sostenendo la lotta per il riconoscimento dei loro diritti,
in vista del loro sviluppo individuale e collettivo”. Da ricordare che il 29 aprile
2009, al termine dell’udienza generale del mercoledì, Benedetto XVI ha incontrato
una delegazione delle comunità autoctone del Canada. In quell’occasione, il Papa ha
ricordato come, fin dai primi giorni della sua presenza in Canada, la Chiesa abbia
accompagnato da vicino i popoli indigeni attraverso l’opera missionaria. Il Santo
Padre, poi, ha espresso il suo dolore per la deplorevole condotta di alcuni membri
della Chiesa nei confronti di alcuni bambini indigeni ed ha offerto la sua solidarietà,
sottolineando che tali atti di abuso non possono essere tollerati nella società e
incoraggiando i popoli indigeni ad andare avanti con rinnovata speranza. Con tali
parole, Benedetto XVI ha fatto riferimento ad alcuni avvenimenti della fine dell’800,
quando il governo canadese decise di fondare alcune scuole per i giovani autoctoni
del Paese. Furono perciò costruiti convitti autoctoni, diretti dalle diocesi e dalle
comunità religiose e finanziati dallo Stato. Circa 100mila studenti autoctoni furono
costretti a frequentare tali istituti, lontani dalle loro famiglie ed obbligati a
conformarsi alla cultura occidentale, rinunciando alla propria lingua e alla propria
religione. Alcuni di loro furono vittime anche di abusi fisici. L'11 giugno 2008 il
primo ministro canadese Stephen Harper, nel corso di un’Assemblea speciale del Parlamento,
ha presentato le scuse formali del governo per tali avvenimenti. (I.P.)