Karol Wojtyla e il Creato: convegno dell'associazione Greenaccord
Un percorso di ricordi e testimonianze per capire il profondo rapporto tra il Beato
Giovanni Paolo II e il Creato, viva testimonianza dell’ amore di Dio per gli uomini.
E’ stato il filo rosso degli interventi nel convegno “L’amore per il Creato a lezione
da Wojtyla” promosso dall’associazione onlus Greenaccord, che si è svolto ieri a Genzano
in provincia di Roma. Il servizio di Marina Tomarro:
Un Papa che
amava le montagne, fare lunghe passeggiate, fermarsi ore a pregare e ad ammirare lo
spettacolo imponente della natura a quelle altezze, che lui spesso amava paragonare
a grandi cattedrali a cielo aperto. Così, l’immagine di Giovanni Paolo II nel convegno
“L’amore per il creato a lezione da Wojtyla”. Ecco, la testimonianza del "fotografo
pontificio", Arturo Mari, che ha seguito per diversi anni il
Papa nelle sue vacanze:
R. - Sono ricordi molto belli. Quando si parlava
di vacanze, io dicevo sempre che era in realtà il doppio lavoro, perché il Santo Padre
apriva veramente la sua mente; perché lì nascevano le Encicliche e i vari messaggi
per l’uomo, per la famiglia, per la donna, per i giovani, nascevano tutti lì. Penso
che questo fosse il punto più sostanziale del Papa: non era riposo, ma era il contatto
con Dio, a questa altezza, con quest'aria, con questa atmosfera… Bisogna andare lì
per comprendere questo.
D. – Che rapporto aveva con voi collaboratori
quando eravate in vacanza?
R. – Era una famiglia! Non c’era rapporto
Papa-fotografo: si viveva in famiglia… Io avevo sempre chiaro in mente chi avevo davanti,
avevo il Papa, ma era sempre una famiglia.
E le giornate del compianto
Pontefice durante le sue vacanze in montagna, ma soprattutto nella residenza di Castel
Gandolfo seguivano ritmi tranquilli e cadenzati come spiega mons. Emery
Kabongo, suo secondo segretario per sei anni:
“La giornata
cominciava con la Messa, poi dopo la piccola colazione e cominciava a lavorare. Poi
riceveva le persone in programma e poi si usciva e lo accompagnavamo: prima pregava,
poi recitava il Rosario, leggeva il Breviario e poi parlava con noi. Come ho scritto
tante volte, ho vissuto in quell’ambiente, ho vissuto con il Santo Padre sentendomi
a casa: era anzitutto un padre!”.
E all’incontro era presente anche
il prefetto Enrico Marinelli, responsabile della sicurezza di
Giovanni Paolo II. La sua testimonianza:
“Il Papa è andato in montagna
tante volte. La montagna lo riossigenava. La giornata del Papa cominciava alle 5.30
del mattino e prima di mezzanotte non si ritirava nella sua camera da letto. Era l’uomo
della preghiera, l’uomo dell’azione: il Papa era completo! E soprattutto in attuazione
col Vangelo il Papa guardava ai più poveri, agli ammalati: ha portato con sé una malattia
ed è stato l’espressione vivente della sofferenza di Cristo”. (mg)