Isola del Giglio: affonda nave da crociera, 3 morti, mancano all'appello 50 persone
E' ormai completamente affondata la nave da crociera Costa Concordia finita sugli
scogli a ridosso dell’Isola del Giglio. Tre i morti finora accertati, anche se all’appello
mancano ancora 50 persone. La capitaneria di porto di Livorno ha già avviato un’inchiesta
per fare luce sui motivi del disastro. Il servizio di Stefano Leszczynski.
E' di tre
morti e 14 feriti il bilancio dell'incidente della nave da crociera Costa Concordia
avvenuto questa notte al largo dell'Isola del Giglio. All’appello della Prefettura
di Grosseto però mancano ancora 50 persone, alcune forse ancora ospitate nelle strutture
del Giglio. Verifiche sono tuttavia in corso per individuare eventuali dispersi, soprattutto
nella parte della nave che risulta sommersa e dove sono all'opera squadre di sommozzatori
per verificare se qualcuno sia rimasto intrappolato. La nave, rovesciata su un fianco,
presenta sulla fiancata sinistra un lungo squarcio provocato dall’impatto con gli
scogli. Molti gli interrogativi sull'incidente occorso all’imbarcazione, che secondo
una prima ricostruzione sarebbe stata fuori rotta di alcune miglia. L’imbarcazione
da crociera con a bordo 4.229 persone tra passeggeri e membri dell'equipaggio era
partita da Civitavecchia circa due ore e mezzo prima dell'incidente. Quasi tutti i
passeggeri, tra i quali moltissimi stranieri, sono già stati trasferiti dal Giglio
sulla terraferma per il rientro nei paesi e nelle città d’origine. Intanto, è partita
un’inchiesta della capitaneria di porto di Livorno che ha già sentito il comandante
della Costa Concordia per ricostruire le fasi dell’incidente. Immediati i soccorsi
scattati nella notte per cercare di alleviare le sofferenze dei superstiti. Mobilitate
anche le parrocchie dell’isola che hanno offerto ospitalità a diverse centinaia di
persone. Sentiamo la testimonianza di don Vittorio Dossi, parroco
della Chiesa di San Pietro Apostolo, raggiunto telefonicamente da Antonella
Palermo:
“Questa notte stavano malissimo: c’era chi cercava il
proprio figlio e chi cercava sua moglie. C’era confusione e un’agitazione tale da
non crederci. Le persone presenti erano di ogni nazionalità: tedesca, inglese, giapponese,
coreana. Abbiamo dato loro tutto quello che avevamo, coperte e materassi. Nel mio
asilo c’era davvero molta confusione. Adesso, dopo un primo momento di concitazione,
sono andate a riposarsi un po’ ed io mi sono adoperato per far sì che venisse rintracciato
uno di loro. C’era una madre che aveva perso suo figlio, si trovava giù al porto.
Voglio nuovamente dire grazie alla mia gente, ai gigliesi, che si sono adoperati molto
per far fronte a quest’emergenza. Ho visto, ancora una volta, che quest’isola è composta
da persone che vogliono ancora bene all’umanità.”. (vv)