Chiusa la mostra su Gaudì in Vaticano, il cardinale Bertone: la spiritualità ispirò
tutta la sua vita
Si è chiuso, ieri sera, con una cerimonia nella Basilica di Santa Maria in Trastevere,
il programma che Roma ha dedicato al grande artista catalano Antonio Gaudì, all’interno
del quale spicca la mostra “Gaudì: la Sagrada Familia de Barcelona. Arte, ciencia
y espiritualidad”, inaugurata nel Braccio di Carlo Magno, in Piazza San Pietro il
24 novembre e che resterà aperta al pubblico fino a domani. Alla cerimonia, durante
la quale si è tenuto il concerto delle voci bianche dell’Escolanía di Montserrat diretta
dal maestro Bernat Vivancos, ha preso parte il cardinale segretario di Stato, Tarcisio
Bertone, che ha rivolto un saluto sia in spagnolo che in catalano, ricordando dell’artista
il suo progetto magistrale, la Basilica della Sagrada Familia di Barcellona, consacrata
dal Santo Padre poco più di un anno fa, che di Gaudì evidenziò la realizzazione di
“ciò che oggi è uno dei compiti più importanti: superare la scissione tra coscienza
umana e coscienza cristiana, tra esistenza in questo mondo temporale e apertura alla
vita eterna, tra la bellezza delle cose e Dio come Bellezza. Antoni Gaudí non realizzò
tutto questo con parole, ma con pietre, linee, superfici e vertici”.
Del maestro,
il cardinale Bertone ha sottolineato il “cuore di credente in Cristo che non conosceva
limiti” e il suo essere “artista di valore”, perché, come affermato da Benedetto XVI
alla consacrazione della Basilica, “l’opera bella è pura gratuità, invita alla libertà
e strappa dall’egoismo”. Il porporato ha poi ricordato che le opere di Gaudì hanno
lasciato il suo sigillo su tutta l’amata terra catalana, “sebbene non disdegnò neppure
di portare l’impronta della sua anima altrove, come a León e in Cantabria e l’avrebbe
portata ancora più lontano se ne avesse avuto la possibilità”. Alla cerimonia è intervenuto
anche l’arcivescovo di Barcellona, il cardinale Lluís Martínez Sistach, che ha valutato
positivamente il grande successo di pubblico ottenuto dalla mostra, che finora ha
potuto vantare 30mila visite: “È un’espressione del contributo della fede cristiana
al mondo della cultura, dell’arte e della bellezza, che la Chiesa ha portato avanti
lungo i secoli – ha detto – senza la fede e la spiritualità cristiana l’opera di Gaudì
rimarrebbe incomprensibile”. (R.B.)