L’appello dell’agenzia Habeshia contro il traffico di organi ed esseri umani
Un nuovo urgente appello alla comunità internazionale, affinché intervenga fattivamente
nella lotta al traffico di organi e di esseri umani soprattutto dal Nord Africa e
dal Medio Oriente viene dal presidente dell’agenzia Habeshia per la Cooperazione e
lo Sviluppo, don Mussie Zerai. L’agenzia, in particolare, denuncia le centinaia di
profughi eritrei prelevati dai campi che sono ancora nelle mani dei predoni del Sinai
e soggetti ad abusi sessuali, maltrattamenti di vario tipo, privazioni di cibo anche
prolungati e violenze. I prigionieri, inoltre, vengono ricattati e costretti a pagare
somme altissime, fino a 30mila dollari, per evitare l’espianto di organi. Negli anni
scorsi, è la stima riferita da Habeshia, oltre centomila persone nell’area di Sudan,
Egitto e Libia, ma anche in Eritrea, Etiopia e Somalia, sono state vittime del traffico
di esseri umani; in particolare si calcola che siano scomparsi, probabilmente per
questi scopi, circa quattromila minori oltre a tremila persone nel solo territorio
del Sinai. L’appello che l’organizzazione, dunque, rivolge alla Comunità europea,
che già collabora su questo tema con l’Unione Africana e con i singoli Stati interessati
dal fenomeno, è quello di rafforzare le attività di prevenzione e le campagne informative
tra i profughi di Sudan ed Etiopia e di incrementare le azioni della polizia internazionale.
(R.B.)