2012-01-13 15:27:38

Le diplomazie di Iran e Turchia sempre più attive nel mondo arabo


Il mondo arabo, ad un anno dall’inizio dei sommovimenti che hanno portato alla caduta di numerosi regimi, sta vivendo una fase di stallo, legata alla necessaria stabilizzazione e normalizzazione. Di contro, in questi ultimi giorni abbiamo assistito ad un’enorme attività diplomatica di Turchia e Iran, che stanno espandendo la propria influenza sulle regioni arabe. Salvatore Sabatino ne ha parlato con Paolo Branca, docente di lingue e letteratura araba all'Università cattolica di Milano:RealAudioMP3

R. – Non è una novità. Direi che già dai tempi della fine della Prima Guerra Mondiale, l’Iran da una parte e la Turchia dall’altra, si sono dimostrati eredi di grandi entità imperiali, con una politica molto più determinata e precisa che non la frastagliata situazione dei Paesi arabi.

D. - Si parla di un "neo ottomanesimo" della Turchia, rilanciato in grande stile dal premier Erdogan; dopo il tour nei Paesi arabi che hanno vissuto le "Primavere arabe", Ankara è riuscita in qualche modo ad imporre questa visione?

R. - Sicuramente la Turchia è un modello interessante, a cui potrebbero ispirarsi i Paesi arabi, dopo le loro vicissitudini interne, e nettamente contrario, opposto, concorrente a quello di Teheran, tra l’altro capitale di un Paese sciita, e quindi con questo problema in più rispetto a i cugini arabi.

D. - Il fatto che in questi Paesi, parliamo ad esempio dell’Egitto, si stia imponendo la forza dei Fratelli musulmani, non va a cozzare con il modello turco?

R. - Sicuramente l’Arabia Saudita, che non è esplicita nelle sue prese di posizione, ma comunque attiva, sta dietro queste forze tradizionaliste sunnite, che si oppongono ovviamente, al modello turco troppo laicizzante, troppo modernizzante.. E l’Egitto e i Paesi arabi, diventano anche il terreno di questo braccio di ferro.

D. - L’Iran invece sta creando tensioni nell’aria per il suo discusso programma nucleare. E come sempre accade nel momento di maggiore isolamento internazionale, intensifica i suoi rapporti diplomatici, con Paesi che si definiscono “non allineati”. Qual è l’influsso che porta con la sua politica?

R. - Probabilmente l’Iran teme di perdere la Siria, il principale alleato in Medio Oriente, molto influente anche sulla situazione del Libano, sulla questione arabo-israeliana… E quindi paradossalmente, in un momento, di grande crisi e confusione, invece che tenere un profilo basso, sceglie di esporsi ancora di più.

D. - Può di fatto, l’Iran essere un Paese-modello per i suoi vicini, o è solo un elemento di disturbo in questo momento?

R. - L'Iran è Paese molto contraddittorio, perché ha una società civile molto avanzata, ha un livello culturale medio molto migliore dei Paesi arabi; però essendo dominato da questo governo post-rivoluzionario, appunto islamico nel senso radicale del termine, e in più avendo questa caratterizzazione confessionale diversa, risulta anche problematico. Come al solito in Medio Oriente, le cose sono un po’ più complesse di quello che appaiono in superficie. (bi)







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