I vescovi del Myanmar: l'amnistia a 650 prigionieri politici un segno di pace e di
speranza
Il presidente birmano Thein Sein ha emesso oggi un provvedimento di amnistia, ordinando
il rilascio di 650 prigionieri politici. Fra i rilasciati vi sono detenuti importanti
come l’ex premier Khin Nyunt; il monaco buddista Ashin Gambira, uno dei promotori
della “Rivoluzione Zafferano” lanciata dai monaci nel settembre 2007, condannato a
63 anni di carcere; Min Ko Naing, uno dei leader “88 Generation Students Group”, che
nel 2003 aveva promosso un progetto di riforme democratiche. L’amnistia è stata accolta
con favore anche dai vescovi birmani, che oggi concludono a Yangon l’assemblea della
Conferenza episcopale. In un colloquio con l'agenzia Fides, mons. Raymond Saw Po Ray,
presidente della “Commissione Giustizia e Pace” dei vescovi, ha commentato: “Speriamo
sia un gesto foriero di nuovi sviluppi e miglioramenti per il rispetto delle libertà
nel Paese. La liberazione dei prigionieri politici e di coscienza è un punto focale,
rimarcato più volte nella comunità internazionale. Crediamo sia un segno di speranza
per la giustizia, la pace e i diritti umani. E' stato rilasciato anche uno dei monaci
leader delle proteste del 2007: credo sia molto significativo per l’approccio futuro
del governo verso la popolazione. Nell'assemblea dei vescovi abbiamo affrontato questioni
pastorali, ma siamo attenti alle evoluzioni della società birmana. Siamo fiduciosi
sul fatto che la Chiesa e tutti e cristiani potranno avere un ruolo importante e contribuire
alla costruzione di un futuro di pace, libertà e giustizia in Myanmar”. (R.P.)