2012-01-12 12:04:06

Due anni fa il terribile sisma ad Haiti. Mons. Kebreau: il Paese non riesce a risorgere


Uno dei dati più drammatici è che, a distanza di due anni dal sisma, siano ancora 600 mila le persone costrette sotto una tenda. È questa una delle “eredità” del terribile terremoto che esattamente due anni fa devastò Haiti. Un cartello di movimenti della società civile sfila oggi nella capitale Port-au-Prince per rendere omaggio alle oltre 200mila vittime, ma anche per denunciare gravissimi ritardi e “miopìe” della macchina della solidarietà. La Chiesa locale è in prima linea con decine di progetti di ricostruzione, ma le difficoltà sono tuttora ingenti, come sottolinea mons. Louis Kébreau, presidente della Conferenza episcopale haitiana, intervistato da Romilda Ferrauto:RealAudioMP3

R. – Le climat est plutôt morne du a la situation de misère, de souffrance …
L’atmosfera è piuttosto triste a causa della situazione di miseria, di sofferenza che questo popolo vive. E’ vero, si fanno alcune cose, ma piccole e per l’insieme della popolazione, manca un vero coordinamento. Io inorridisco quando vedo - dopo due anni! - i bambini crescere in questa atmosfera di limitatezza, di cupezza, di oppressione. Il Paese non riesce a uscire da questa situazione di miseria e di sofferenza. Siamo in un periodo di incertezza, e dopo parole, discorsi, promesse non si vede ancora nulla...

D. – Manca forse la volontà politica?

R. – Avec le nouveau gouvernement que nous avons, et je reconnais la très, très …
Con il nostro nuovo governo, io riconosco la grande buona volontà del nostro capo di Stato che veramente vuole fare qualcosa. Ma questo non è sufficiente. E’ necessario aiutare le singole persone, perché la disoccupazione porta le persone sulla strada della violenza e della criminalità. Sfortunatamente, l’ambiente che circonda il presidente sembra che non abbia gli occhiali giusti per saper ben leggere e comprendere questa realtà. E’ un po’ miope, chiuso su se stesso. Sono necessarie invece aperture per andare molto più lontano e scoprire quello che oggi è necessario fare, e farlo d’urgenza.

D. – Come lei si spiega questa impotenza, questa miopia?

R. – Il y a l’impression qu’il y a des gens qui n’auraient pas voulu voir ce pays …
L’impressione è che ci sia qualcuno che non vuole veder progredire questo Paese. Siamo incatenati a causa di pressioni che vengono dall’esterno. Mi chiedo: ma Haiti è per caso in vendita all’asta? E’ un Paese che non è autonomo, è un Paese che vive dipendendo da altri e quindi in questo momento non è in grado di gestire la sua propria storia e nemmeno di prendere in mano il suo destino! (gf)







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