Cinema e Tv, ‘specchio’ a volte deformante della famiglia. Mons. Viganò: combattere
banalità e pressioni lobbistiche
Il Cinema, la Tv e la famiglia tra realtà e finzione: se ne è parlato nel Convegno
promosso questa settimana alla Pontificia Università Lateranense sul tema “Quale famiglia
per quale società”. Il servizio di Roberta Gisotti.
“La famiglia
di oggi, nella percezione diffusa tra la gente – ha sottolineato il rettore della
Lateranense, mons. Enrico dal Covolo – sembra essere nello stesso tempo ‘tutto e niente’”.
Una percezione largamente orientata – ha spiegato - dai media, ‘specchio’ efficace
di dinamiche relazionali nel vissuto quotidiano. A moderare l’incontro, cui hanno
partecipato i professori José Noriega Bastos e Chiara Palazzini, insieme agli attori
Alessio Boni e Cristiana Capotondi ed il regista Guido Chiesa, è stato mons. Dario
E. Viganò, presidente dell’Ente dello Spettacolo, al nostro microfono:
R.
– I media – e il Cinema in particolare – svolgono due funzioni: da una parte, quella
rivelatrice, che cioè in qualche modo ci spiega, ci racconta la famiglia nello spirito
dei tempi. D’altra parte, però, sono anche fortemente regolativi perché ci dicono
il modo in cui guardare questa realtà. E proprio per questa duplicità, cioè di rivelare
e indicare la modalità di guardare le realtà che presentano, diventano davvero una
cartina di tornasole dei processi culturali su cui vigilare molto, su cui impegnare
molto l’intelligenza e la passione dell’educare.
D. – Si dice spesso,
però, che in particolare le fiction televisive creino molti danni agli spettatori
e alle famiglie …
R. – La Televisione naturalmente segue una narrazione
semplificata, stereotipizzata e soprattutto la lunga serialità ad un certo punto esaurisce
l’idea originale e quindi, per proseguire, molto spesso cade nella banalità, a volte
anche in situazioni al limite del paradosso.
D. – A volte, però, le
fiction, affermano dei disvalori dandoli per assimilati dalla società quando invece
non lo sono …
R. – Ecco, questa è la funzione regolativa dei media a
cui – appunto – la famiglia, il contesto delle relazioni buone all’interno della famiglia,
deve in qualche modo fare da antidoto: vivendo positivamente le relazioni familiari,
dell’affetto all’interno della famiglia, si dimostra esattamente la distanza tra la
realtà, tra il tessuto realmente sociale della nostra Italia e la rappresentazione
molto spesso anche segnata o da superficialità più semplicemente o a volte anche da
pressioni lobbistiche. (gf)